Sabato 27 Aprile 2024

"Cara Abramović, tua Ferrante" Le lettere di due amiche geniali

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"Per più di 30 anni ho deciso di apparire solo attraverso la mia scrittura perché i libri devono essere autosufficienti – le parole di Elena Ferrante –. Tu, per 50 anni, hai messo il tuo corpo, la tua persona, coraggiosamente al centro della scena". Una scelta – le risponde Marina Abramović – perché "il pubblico ha un ruolo maggiore di mero spettatore. E io ho bisogno della sua energia". Il carteggio via email tra l’autrice italiana di best seller più nota sulla scena internazionale e la stella assoluta della performance art a livello mondiale vede ora la luce, pubblicato dal Financial Times. Le donne mostrano di condividere timidezze (Ferrante) e infelicità ("La mia adolescenza è stata disperatamente complicata e infelice", Abramović. E se Ferrante stigmatizza un mondo ancora maschio-centrico, in cui "i canoni estetici sono stati imposti dagli uomini", Abramović – che si autodefinisce una "servitrice della società", perché "la creatività non ti appartiene ma va condivisa" - preferisce incalzare le donnei: "È anche colpa nostra se abbiamo dato tanto potere agli uomini, siamo noi che ci creiamo così tante infrastrutture e solo noi possiamo cambiarle", e indica la strada dell’autocoscienza per porre fine a quella che la scrittrice italiana definisce "la più grande, duratura e stupida perdita mai vista sulla terra: la dissipazione dell’intelligenza e creatività femminile".

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