Martedì 7 Maggio 2024

Perché l'Oms dice che il Gaming Disorder è una malattia

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la dipendenza da videogame nell'elenco delle malattie: non riguarda però il numero di ore trascorse giocando

Un videogiocatore

Un videogiocatore

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ufficialmente inserito nell'elenco delle nuove malattie il Gaming Disorder, cioè il disturbo patologico legato ai videogiochi, siano essi giocati online oppure offline: a determinare la diagnosi non è il numero di ore dedicate ai videogame, quanto piuttosto il fatto che il gioco assuma le caratteristiche di una dipendenza vera e propria, diventando predominante rispetto ad altri rilevanti aspetti della vita. Insomma, il gioco di per sé non è un problema, nemmeno quando occupa molto tempo: è il nostro rapporto con esso a fare la differenza. IL GAMING DISORDER È UNA MALATTIA Senza entrare nello specifico della definizione, che è di carattere medico-scientifico, possiamo riassumere la posizione dell'OMS in questo modo: siamo di fronte a un esempio di Gaming Disorder quando il gioco "ha la precedenza su altri interessi e attività quotidiane" e quando non riusciamo a farne a meno, e anzi ne aumentiamo la dose, "nonostante l'insorgenza di conseguenze negative", fino a compromettere lavoro, salute, benessere famigliare e psicologico. IL NUMERO DI ORE NON CONTA Facciamo due esempi, per meglio comprendere di cosa stiamo parlando e per aiutare i genitori a giudicare il comportamento dei figli: gli sportivi professionisti specializzati nei cosiddetti e-sport, cioè coloro che sono pagati per competere in partite di videogame, non possono essere diagnosticati come affetti da dipendenza da videogame nonostante si allenino (cioè giochino) per ore e ore ogni giorno. Insomma: se giochi dieci ore al giorno per pagare le bollette e questo non ti impedisce di relazionarti in modo sano con amici e famigliari, allora non siamo di fronte a un disturbo. Se invece giochi tre ore al giorno, ma questo ti porta ad abbandonare la famiglia o a perdere il lavoro (o a rimediare sonore bocciature, a seconda dell'età), allora sei affetto da Gaming Disorder. SI PARTE DAL 2022 L'inserimento del Gaming Disorder nell'elenco delle malattie riconosciute dall'OMS non significa automaticamente che da domani questo disturbo è equiparabile ad altre dipendenze, come ad esempio quella da alcol o da droghe. Perché lo sia occorre attendere l'1 gennaio 2020, quando entreranno ufficialmente in vigore le modifiche apportate al documento che definisce e classifica questo tipo di malattie. Da quel momento sarà possibile ricevere il supporto che oggi è concesso agli alcolisti o ai depressi, per esempio, con eventuali contributi dei servizi sanitari nazionali ed eventuali coperture assicurative. Leggi anche: - Fitness per l'estate 2019, le tendenze. Dallo yin yoga al core conditioning - Le madri di bonobo spiano i figli che fanno sesso - La birra belga fatta con le ricette perdute di secoli fa