Mercoledì 24 Aprile 2024

Estinte o ancora vive? Di 500 specie perdute di animali non sappiamo più nulla da decenni

Gli scienziati hanno individuato 562 specie di mammiferi, rettili, anfibi e uccelli che non vengono avvistate da oltre cinquant'anni

La specie di rana Craugastor milesi, riscoperta nel 2008 - Foto: Tom Brown

La specie di rana Craugastor milesi, riscoperta nel 2008 - Foto: Tom Brown

Dal XVI secolo sono definitivamente scomparse 311 specie di vertebrati, ma sono molto più numerose quelle di cui oggi non conosciamo la sorte. Uno studio condotto dalla Simon Fraser University e da altri istituti ha calcolato in oltre cinquecento le specie "perdute", che non sono state dichiarate ufficialmente estinte ma che nessuno ha più visto negli ultimi cinquant'anni. Esistono ancora da qualche parte, sfuggite ai radar della scienza, oppure no? I ricercatori hanno scandagliato le informazioni su 32.802 specie inserite nella Lista rossa IUCN, la più importante banca dati sullo stato di conservazione degli esseri viventi. Il valore della Lista rossa è inestimabile, ma considerata la sua vastità, l'enorme sforzo necessario per tenerla aggiornata e alcune incertezze di metodo nelle definizioni, presenta diverse carenze sugli animali più elusivi. Dopo un controllo incrociato con la letteratura scientifica aggiornata, che ha permesso di escludere dal novero le specie che invece sono state riscoperte in anni recenti, alla fine i ricercatori hanno individuato 562 specie di vertebrati terrestri classificabili come perdute. Si tratta nel dettaglio di 257 specie di rettili, 137 di anfibi, 130 di mammiferi e 38 di uccelli. Gran parte di esse si concentra nei cosiddetti paesi megadiversi, ossia quelli più ricchi di biodiversità: 69 in Indonesia, 33 in Messico, 29 in Brasile, 24 in India e 23 in Colombia. Anche solo per una questione statistica la scoperta non sorprende, ma non per questo risulta meno rilevante: "Il fatto che molte di queste specie perdute si trovino nei paesi megadiversi tropicali è preoccupante, considerato che è proprio in tali paesi che si prevede il più alto numero di estinzioni nei prossimi decenni", spiega l'autore principale Tom Martin dello Zoo di Paignton, nel Regno Unito. E più il ritmo delle estinzioni aumenta, più diventerà problematico sciogliere il nodo dello stato di conservazione delle specie perdute. I ricercatori auspicano che il loro censimento possa incentivare le indagini sul campo, in particolare nei "punti caldi" dove si concentrano le sparizioni, mirate a sciogliere i dubbi sulla situazione di questi animali: ritrovarli, oppure stabilire se, purtroppo, vadano aggiunti all'elenco delle specie estinte. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Animal Conservation.

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