Giovedì 25 Aprile 2024

Alice (ri)canta Battiato: "Pura energia vitale"

Sedici brani per un album che ricorda "un amico che ha dato tantissimo agli altri attraverso la sua arte. Fra noi un’intesa naturale"

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di Andrea Spinelli

La cura dell’essenza. E dell’assenza. Sulla copertina di Eri con me, il nuovo album tributo a Franco Battiato realizzato col pianista Carlo Guaitoli e I Solisti Filarmonici Italiani, Alice si lascia sorprendere dall’obiettivo di Francesco Messina mentre accudisce le piantine del bovindo di casa. Metafora virata nostalgia del crescere il ricordo di un amico "che ha dato tantissimo agli altri attraverso la sua arte, il suo talento, la sua intelligenza, la sua cultura, la sua ricerca esistenziale e spirituale" con 16 canzoni, anzi "gioielli rubati" per dirla col titolo del suo primo album dedicato al compositore siciliano, impreziosite con un timbro, un talento e uno charme assoluti. Per lei, Carla Bissi da Forlì, quest’anno sono cinquant’anni di musica, ma del genetliaco giura di essersi ricordata solo il mese scorso, a Sanremo, ritirando sul palco dell’Ariston il Premio Tenco.

Alice, qual è dunque il fiore da innaffiare?

"Quello della vita. Cantando ripetutamente Franco sui palcoscenici ho scoperto ogni volta qualcosa di nuovo, perché i suoi brani ricordano quei libri capaci di schiuderti nuovi mondi a ogni rilettura".

Nel docufilm su Battiato La voce del padrone, al cinema dal 28 novembre al 4 dicembre, lei racconta che quando cantavate assieme alle vostre due vibrazioni se ne aggiungeva una terza.

"Suono e vibrazione sono energia. E quando due elementi energetici si combinano in maniera ottimale si crea una terza forza che le somma entrambe. Questo fa sì che le sue canzoni non le interpreti, ma le viva. Sensazione che mi fa trovare sulla sua stessa lunghezza d’onda di quando le ha scritte".

Ci sono brani come Oriente a Occidente, L’addio, Sui giardini della preesistenza, Torneremo ancora che non cantava in tour.

"Li ho scelti appositamente per il disco. Per dare un taglio artistico a questo progetto toccando le tematiche a cui sento di aderire pienamente. Non sono in grado di ‘vivere’ tutte le canzoni di Franco e questo mi spinge a prediligerne alcune".

Nel ’79 il produttore Angelo Carrara vi fece conoscere. Due anni dopo con un pezzo di Franco vinse Sanremo, poi andaste in coppia all’Eurovision.

"Carrara ebbe il merito d’intuire l’affinità tra noi. Già durante la preproduzione di Capo Nord fra me e Battiato ci fu una scioltezza, una naturalezza, una fluidità totali. Franco fu il primo a darmi fiducia come cantautrice e assieme abbiamo scritto cose che hanno avuto molta fortuna".

Se l’è mai sentita addosso la gelosia di altre due grandi voci in orbita nei mondi (lontanissimi) di Battiato come Milva e Giuni Russo?

"No. Credo, infatti, che Franco abbia iniziato a collaborare con Giuni nell’81, quindi due anni dopo l’inizio della nostra amicizia, e con Milva ancora dopo, quando avevo già iniziato a fare delle mie produzioni pur senza interrompere un legame che è sempre rimasto saldissimo".

Progetti?

"Nel corso degli anni ho scritto e messo da parte diverse cose. Ho musicato ad esempio i versi di Pierluigi Cappello, il poeta scomparso prematuramente cinque anni fa, con cui progettavo addirittura di fare un disco".

Un suo prestigioso collaboratore del passato, Richard Barbieri, avvicina la sua personalità a quella di Kate Bush. E lei, invece, come si sente?

"Penso di avere avuto una grande fortuna, quella di aver capito quasi subito cosa volessi da questo mestiere. Visto che musica e vita non posso viaggiare su binari paralleli, già nel 1982 mi sono posta davanti alla scelta di fare quel volevo senza compromessi o smettere. Con l’irrinunciabile sostegno del produttore Francesco Messina e di amici veri come Franco, ho deciso di andare avanti. Per questo sono incappata nelle ire della discografia, ma non ho mai rimpianto la drasticità della decisione".

Si dice che ogni scelta implica una rinuncia.

"La mia scelta ha portato a qualcosa che non ho mai cercato, ovvero la grande popolarità internazionale. Dopo la vittoria del Festival con Per Elisa la Capitol mi propose di realizzarne versioni per il mercato inglese e per quello spagnolo, mettendo sul piatto un impegno promozionale di tre anni. Gli risposi che avevo una mia vita e preferivo coltivare quella".

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