Venerdì 26 Aprile 2024

ALESSI LANCIA IL BOLLITORE BULBUL

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"Mi chiedono come mai l’ironia sia una figura retorica spesso presente nei nostri prodotti. Non so rispondere con precisione; di fatto l’uso di questa figura è molto legato alle caratteristiche dei vari designer e probabilmente risponde al tentativo di non prendersi troppo sul serio, di alleggerire la nostra quotidianità". Da maggio di quest’anno Alessi sta presentando ogni mese un nuovo valore e il progetto ad esso associato, risultato di un approfondito lavoro di ricerca negli archivi del suo Museo. Ciascun progetto è stato proprio selezionato per la sua capacità di rappresentare uno dei dodici valori che hanno definito l’identità e la pratica della Alessi. Il settimo valore, l’ironia, è Alberto Alessi Irony ed è quello cui Alessi rende omaggio nel mese di novembre, con il lancio di Bulbul, oggetto inedito di Achille Castiglioni, progettato nel 1995, ma mai entrato in produzione.

Composto da un capiente contenitore con coperchio in acciaio inossidabile e da un fondo adatto a tutti i piani di cottura, “Bulbul” è un perfetto bollitore immaginato a partire dalla forma bombata di uno stone da curling: dall’acqua ghiacciata a quella evaporata, un divertissement amplificato dallo stesso nome scelto da Castiglioni, “bul, bul”, ossia “bolle, bolle” nel tradizionale dialetto di Milano, la città natale di questo indimenticabile autore.

"Achille mi ricordava spesso che io gli chiedevo di disegnare degli attrezzi di cucina che lui non era solito usare. A dimostrazione, il suo bollitore presenta un’inedita modalità di maneggiamento: quasi a suggerire un invito a giocare facendolo scivolare sul piano della cucina", ricostruisce la genesi dell’oggetto Alberto Alessi. Frutto della sua instancabile predisposizione alla curiosità e alla sperimentazione “Bulbul” è la manifestazione della capacità di Castiglioni di traslare in un progetto qualità e funzioni tratte da oggetti appartenenti ad ambiti completamente diversi. Un gioco di trasferimenti che sovente ha dato vita all’altrettanto famosa dimensione ironica di molti suoi lavori.

 

 

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