Giovedì 25 Aprile 2024

A spasso con Churchill tra le macerie di Berlino

In mostra il diario proibito della segretaria scelta dal premier inglese per la conferenza di Potsdam nel ’45: "Si sente tanfo di putrefazione"

Il diario ricco di foto e disegni di Joy Milward in mostra a Potsdam

Il diario ricco di foto e disegni di Joy Milward in mostra a Potsdam

Joy, a 19 anni, la stessa età della principessa Elisabetta, il 13 luglio del ´45, lasciò per la prima volta la Gran Bretagna, compì il suo primo viaggio in aereo, e arrivò "in un nuovo mondo", nella Berlino in macerie. Lo scrisse nel suo diario, oggi esposto allo Schloss Cecilienhof, il castello a Potsdam dove si tenne la conferenza dei tre grandi, per decidere il futuro d´Europa o, come scrive lo storico americano Charles L. Mee, "si spartiranno il bottino di guerra".

Mistress Joy Milward, a 94 anni, è in perfetta forma, abita in una villetta a schiera nel Surrey, gode di ottima memoria, e sarebbe tornata a Berlino a visitare la mostra, aperta fino al primo novembre, su quello storico evento che la vide testimone, se non l’avesse fermata il pericolo del Coronavirus.

Il Dakota di Joy atterrò alle 17 all’aeroporto di Berlin-Gatow. Stalin arriverà in ritardo il giorno dopo, in treno, viaggiando sul vagone imperiale dello zar Nicola II. La ragazza alloggia con la delegazione guidata dal suo capo, Winston Churchill, in una villa nella Kaiserstrasse al numero 6. Lei è eccitata perché si trova a Babelsberg, nella Hollywood del III Reich, dove abitavano le dive. I russi hanno dato poche ore ai proprietari della villa per sloggiare. La ragazza trova abbandonato un album fotografico della Wehrmacht, dalle pagine vuote. Lo userà per le sue note, per attaccare foto e per i suoi disegni colorati con i pastelli.

Figlia di un pastore evangelico, è una bravissima stenografa, e da un anno lavora per il primo ministro, nella War Room, quindici metri nel sottosuolo di Londra, un rifugio protetto da tre metri di cemento, la Centrale di comando del Consiglio di guerra. Churchill l’ha scelta per la missione a Potsdam.

Nel diario di una ragazza la cronaca della Conferenza, un diario proibito perché Joy non dovrebbe riferire quel che sente, e quel che vede al Castello. Lei non tradisce la consegna, ma annota tutto il resto. Una testimonianza preziosa.

"Eravamo tutti colpiti dai tedeschi… Per le strade vedevo solo vecchi, donne, bambini, alcuni portavano nelle carriole tutto quel che avavano… Non sembravano tristi, avevano l’aspetto di chi è stato anestetizzato", annota dopo essere andata a Berlino a cento all’ora sulla jeep di un ufficiale che le fa la corte.

Churchill, Stalin e Harry Truman si incontrano per la terza volta, dopo la conferenze di Yalta e di Teheran. Dovranno decidere le cinque “D” per il futuro dei tedeschi dopo la sconfitta del III Reich: Denazifierung, Demitalisierung, Demokratisierung, Dezentralisierung e Demontage. Non occorre la traduzione: si vuole evitare che la Germania torni una potenza industriale e che abbia un esercito che rappresenti una minaccia per i vicini e per il mondo.

Churchill riuscirà a stento ad evitare che Truman cada nella trappola di Stalin: il presidente americano vorrebbe smembrare la Germania, far rinascere i vari statarelli uniti nel Reich di Bismarck dopo la guerra contro la Francia del 1870. Il paese dovrebbe essere smilitarizzato, e neutrale, come lo sarà l’Austria. Senza grandi industrie, dedito all’agricoltura. Gli impianti sopravvissuti alle bombe vengono smontati dai sovietici e trasferiti in Urss, come preda di guerra, perfino le rotaie del tram. Una Germania riportata all’Ottocento, in caso di un nuovo conflitto sarebbe conquistata da Stalin in poche ore, e i russi in due giorni arriverebbero alla Manica.

In attesa della Conferenza, che si apre il 28 luglio per finire il 2 agosto, Joy ha tempo per le gite in città, a una ventina di chilometri. "Si avverte un tanfo di corpi in putrefazione", annota ancora a quasi tre mesi dalla fine della guerra. E si diverte alle feste, ai balli, descrive le toilettes delle signore, è incuriosita dalle russe.

Il 24 luglio, è invitata al ballo al Neue Palais a Potsdam, suona l’orchestra della Royal Air Force, salta la luce e il salone viene illuminato da 500 candele. Una serata romantica. "Abbiamo lavorato fino alle 3,45 di notte", annota il primo agosto. Si è quasi alla fine, si torna a casa.

Si continua a combattere sul Pacifico. Quattro giorni dopo, il 6 agosto, la bomba atomica distrugge Hiroshima. Gli inglesi non sono riconoscenti. Winston Churchill perde il posto, e anche Joy. Solo grazie al padre viene assunta nella diocesi di Canterbury, si sposa, rimane vedova nel ´56, con tre figli. Ha ricevuto un’onorificenza dalla regina Elisabetta, sua coetanea.

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