Chemnitz oltre il passato: arte, memoria e creatività nella Sassonia che guarda al futuro. E ai pinguini
Ex fabbriche socialiste riconvertite, arte contemporanea e spazi comunitari nati da vecchi garage. E poco lontano, Freiberg racconta la sua storia d'argento

Uno scorcio del centro storico di Chemnitz
Non tutte le città si lasciano capire al primo sguardo. Alcune, come Chemnitz, custodiscono la loro essenza sotto la superficie, tra gli strati del tempo e le cicatrici della storia.
Situata nella parte sud- occidentale della Sassonia, ai piedi dei Monti Metalliferi, Chemnitz è passata attraverso rivoluzioni industriali, guerre, il socialismo reale e la riunificazione tedesca. Oggi è al centro di una rinascita culturale che l’ha proiettata verso l’anno in corso, il 2025, in cui ricopre il ruolo di Capitale Europea della Cultura, insieme al binomio Gorizia-Nova Gorica.

Da “città delle macchine” a fucina creativa
Per decenni, Chemnitz è stata conosciuta come la “città delle macchine” per la sua poderosa industria meccanica e tessile, che ne ha plasmato l'identità durante l'Ottocento e l'epoca della DDR, quando fu ribattezzata Karl-Marx-Stadt. Dopo la caduta del Muro, la città ha vissuto un periodo di crisi economica e identitaria, che però ha stimolato nuove forme di resilienza urbana. Oggi, Chemnitz si racconta attraverso un lessico diverso: quello dell’arte, dell’inclusione, della rigenerazione urbana.
Capitale Europea della Cultura
Il titolo di Capitale Europea della Cultura non è solo un riconoscimento simbolico, ma l’avvio di un processo concreto di trasformazione. Chemnitz ha vinto la candidatura grazie a un progetto corale intitolato “C the Unseen” – “Vedi l’invisibile” – che vuole portare alla luce le potenzialità spesso ignorate dei luoghi e delle persone. Tra i suoi punti di forza, la partecipazione dal basso, con cittadini, artisti e comunità coinvolti direttamente nella co-creazione degli eventi.

Ex fabbriche palcoscenici di cultura
La riconversione degli spazi industriali è uno dei volti più visibili della metamorfosi urbana. Il Kraftverkehr, ex deposito di autobus, è diventato un centro per eventi, concerti e installazioni. Lo Spinnbau, un tempo filanda di cotone, ospita oggi compagnie teatrali e sperimentazioni sceniche. Questi luoghi conservano l’anima operaia, ma si aprono a nuove forme di espressione e aggregazione.
Musei d’eccellenza tra arte e archeologia
Il Museum Gunzenhauser, ospitato in un edificio modernista del 1928, custodisce una delle collezioni d’arte del XX secolo più significative della Germania, con oltre 2.400 opere, tra cui capolavori di Otto Dix, Alexej von Jawlensky, Lovis Corinth e Karl Schmidt-Rottluff, nativo di Chemnitz e figura di spicco del gruppo espressionista Die Brücke.

A pochi passi, il Smac – Staatliches Museum für Archäologie Chemnitz - ripercorre 300.000 anni di storia umana, con un allestimento coinvolgente all’interno di un ex grande magazzino degli anni Trenta.
Il gigante di bronzo e la memoria della Ddr

Tra i simboli più iconici della città c'è il monumento a Karl Marx, un busto colossale di oltre sette metri che campeggia nel centro cittadino. Realizzato nel 1971 dall’artista sovietico Lev Kerbel, è una delle poche statue monumentali della D
d r sopravvissute alla riunificazione. Oggi, invece di essere rimosso, è stato reinterpretato come elemento identitario: un punto di incontro, di dialogo, di riflessione sulla memoria.Quartieri che cambiano, cittadini che partecipano
Uno degli aspetti più innovativi del programma culturale è il coinvolgimento attivo dei quartieri periferici. Progetti come “Die Macher” (letteralmente: “I Fattori del cambiamento”) puntano a dare voce e visibilità a chi solitamente resta fuori dal circuito culturale tradizionale. Makers, artigiani, giovani artisti, immigrati e residenti storici collaborano in modo paritario per reinventare lo spazio urbano con interventi artistici, sociali e partecipativi.
I garage diventano laboratori di comunità
Tra le iniziative più curiose e riuscite figura #3000Garagen, un progetto di rigenerazione urbana che punta su una risorsa insolita: le migliaia di garage in lamiera costruiti durante l’epoca socialista. Nati per ospitare automobili, questi spazi sono stati riconvertiti in laboratori artistici, sale da musica, spazi di coworking e luoghi di incontro.
Il Garage Campus, nell’ex deposito di tram del quartiere Kappel, è uno degli epicentri più dinamici. Qui si tengono workshop, mostre temporanee e programmi educativi come la School of Garage, che coinvolge creativi da tutta Europa. Un esempio virtuoso di come anche le strutture più umili possano diventare epicentro di innovazione sociale e culturale.
I pinguini
Tra le tante sorprese che si incontrano passeggiando per la città ci sono loro: i pinguini colorati, diventati il volto giocoso della candidatura di Chemnitz a Capitale Europea della Cultura. Realizzati in plastica riciclata e decorati da scuole, artisti e associazioni locali, i pinguini sono stati collocati in ogni angolo della città. Alcuni sono buffi, altri poetici, molti impegnati a raccontare storie: tutti diversi, come i cittadini che rappresentano.

Ma non si tratta solo di mascotte urbane. I pinguini sono parte di un’installazione artistica chiamata “Penguins on Tour”, che traccia idealmente un filo rosso lungo oltre 15.000 chilometri: dalla Sassonia fino a un punto nell’Antartide con le stesse coordinate geografiche di Chemnitz, ma nell’emisfero opposto. Il progetto simboleggia la connessione globale attraverso la cultura e la necessità di pensarsi parte di un ecosistema più ampio. Alcuni pinguini, infatti, sono stati davvero portati nei pressi delle basi scientifiche in Antartide, documentando con immagini e video l’intero viaggio. Un’iniziativa che fonde arte pubblica, educazione ambientale e desiderio di superare i confini – fisici e mentali. I cittadini li hanno adottati con entusiasmo, trasformandoli in piccoli guardiani del cambiamento. Oggi sono diventati parte integrante del paesaggio urbano, nonché una tappa imperdibile per i visitatori, soprattutto per i più piccoli.
Freiberg. la città d’argento

A soli 35 chilometri da Chemnitz, la città di Freiberg merita una deviazione. Fondata nel XII secolo grazie alle scoperte di giacimenti d’argento, divenne uno dei centri minerari più ricchi d’Europa. Ancora oggi, il passato si respira tra le stradine medievali, i palazzi rinascimentali e la maestosa cattedrale di San Marien, che conserva l’organo Silbermann e preziose sculture gotiche. Il Terra Mineralia, museo mineralogico allestito nel castello di Freudenstein, ospita una delle più vaste collezioni di minerali al mondo.
Ma Freiberg è anche un luogo di sapere vivo: qui ha sede la più antica università mineraria del mondo, fondata nel 1765, oggi ateneo d’eccellenza per l’ingegneria geotecnica e la sostenibilità ambientale. È una cittadina a misura d’uomo, colta, elegante e autentica, che offre un perfetto complemento alla Chemnitz industriale e creativa.