Venerdì 26 Aprile 2024

Piemonte: tutti i sapori autentici della montagna

Confortevoli polente e grandi formaggi, ma non solo: dopo una giornata sulla neve, rifugi e trattorie offrono tutto il gusto delle Alpi con ricette tipiche delle culture occitana, valdese, francoprovenzale e walser

Raviolas Valle Varaita con zafferano

Raviolas Valle Varaita con zafferano

Una montagna di idee per divertirsi e rilassarsi in ambienti spettacolari e tra borghi autenticamente alpini. Dove? In Piemonte, negli ampi spazi da vivere in libertà, dove è facile trovare la propria esperienza negli oltre 50 comprensori sciistici, con la fitta rete di itinerari per le camminate con le racchette da neve, lo sci escursionismo, le piste di fondo, le aree per slittino e snowboard. E per i più avventurosi, gli scenografici percorsi per lo scialpinismo, il freeride e le più famose palestre di ghiaccio. E dopo tanto movimento, a tavola! Che sia un rifugio o una trattoria, il sapore delle Alpi piemontesi è inconfondibile. Nei dintorni del Sacro Monte di Oropa patrimonio UNESCO, il classico è la cremosa “polenta conscia” delle Alpi biellesi dal morbido cuore di formaggio grasso locale, servita con burro fuso. Alle porte di Torino, nelle vallate di Susa, Chisone e Pellice - protagoniste di tanti appuntamenti olimpici e sportivi e storici crocevia di culture - da provare i gofri, cialde cotte tra due ferri roventi da servire con salumi, formaggi o guarnizioni dolci; le cajettes, gnocchi gratinati al forno, le zuppe di castagne o di grissini e tome, il prosciutto cotto al fieno e i grandi prodotti caseari tra cui il Blu del Moncenisio e il Plaisentif, il “formaggio delle viole”. Ai piedi del valico del Colle dell’Agnello, sulla via che porta in Francia nella Valle del Queyras, c’è una parte di Cuneese dove cucina piemontese, francese e occitana si fondono. In tavola troviamo gli gnocchi della Valle Varaita, soffici gnocchetti di patate e farina arricchiti da tomino serviti con una fonduta di formaggio. In Valsesia ecco le tradizionali “miacce”, le sottilissime cialde croccanti che si prestano ad infiniti abbinamenti e la Torta di Alagna, che mescola dolce e salato in un mix di sapori tipici della vicina cultura svizzero-tedesca, come pure l’“uberlekke”, un ricco bollito accompagnato da patate, carote e rape bollite servito con una salsa al rafano. La tradizione alpina e Walser è testimoniata anche nel vicino distretto del Verbano-Cusio-Ossola dal pane di segale e dal formaggio Bettelmatt, prodotto in un piccolo numero di alpeggi dell’Ossola. In Val Grande, cuore verde dell’omonimo Parco Nazionale, nella borgata di Coimo, spicca un pane antico ottimo da accompagnare alla mortadella ossolana, presidio Slow Food aromatizzato di vino e spezie. E nella poetica Val Vigezzo, le donne custodi dell’antica ricetta insegnano i segreti dei “gnoch da la chigià” (in dialetto locale, “gnocchi del cucchiaio”), fatti con farina di grano e acqua, ingredienti poveri alla base anche degli “stinchéet” (o “runditt”). Unite a sale e burro, queste sfoglie secche vengono cotte su un’apposita piastra in pietra o in ferro.

Erbe e fiori a fine pasto

Dalla ricchezza botanica del Piemonte alpino si sprigionano i sentori di erbe e fiori dei distillati tradizionali, grappe e liquori aromatici, immancabili a fine pasto. Il Sërpoul, tipico delle Valli Valdesi del Torinese, ottenuto dai fiori del timo serpillo, e poi il Genepì, storica produzione che oggi si beve anche come aperitivo o cocktail e che caldo sviluppa al meglio le sue qualità. E il genepy è l’ingrediente particolare alla Torta del Nivolet, tipica dell’area piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso. 

Nel calice le uve d’alta quota

Con il ricco patrimonio di Doc e Docg del Piemonte, non è difficile trovare un buon vino da abbinare ai piatti tipici delle sue montagne. Ma per l’occasione possiamo scegliere proprio i prodotti della cosiddetta “viticoltura eroica” dei vigneti d’alta quota: terre lavorate a mano, fino a 1.100 metri di altitudine e dalle caratteristiche paesaggistiche uniche.  Nel territorio canavesano tra Carema, Caluso e Piverone, attorno alla città di Ivrea, si producono la Docg Caluso con Erbaluce, Spumante Metodo Classico e Passito a bacca bianca, e Carema Doc, vitigno Nebbiolo a bacca rossa. In Valle di Susa, la Doc comprende vitigni autoctoni quali Avanà, Becuet, Baratuciat (primo bianco del territorio) e l’aromatico Vino del Ghiaccio prodotto a Chiomonte; il Pinerolese nella sua Doc annovera vini a bacca rossa prodotti tra Bricherasio e la Val Chisone e Germanasca: Nebbiolo e Doux d’Henry, Ramie, Avanà, Chatus.  Nel nord Piemonte, è da segnalare il Prünent, vitigno a bacca nera autoctono, clone del Nebbiolo: una delle DOC locali che include anche un apprezzato vino bianco.  I vigneti eroici in Piemonte sono diffusi anche tra le denominazioni Moscato d’Asti, Dolcetto d’Ovada, Alta Langa e Colline Saluzzesi.