Roma, 29 aprile 2025 – Il cessate il fuoco di 3 giorni, “la questione della legittimità” di Zelensky rinviata. Potevano sembrare segnali di apertura di Mosca. Ma la verità è un’altra. “Putin è fermo sulle sue posizioni – dice l’agenzia Bloomberg citando sue fonti –. Vuole quattro regioni ucraine”.
Ufficialmente la Russia si limita a sollecitare una risposta di Kiev sulla tregua di 72 ore. “È molto difficile capire se aderirà o meno” ha affermato Peskov, definendo il “silenzio” del governo ucraino “più che una manipolazione”. Il portavoce del Cremlino si riferisce alle parole del presidente ucraino, che ieri aveva descritto proprio come una “manipolazione” l'iniziativa di Putin di fermare i combattimenti in occasione della ‘Giornata della vittoria’, il 9 maggio.
Nel frattempo, il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, minaccia Svezia e Finlandia, ‘colpevoli’ di aver aderito alla Nato. Medvedev non ha escluso attacchi di ritorsione, anche con il nucleare. Continuano gli attacchi su Kiev, in attesa dell’8 maggio...

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Il segretario di stato Usa, Marco Rubio, ha ribadito che gli Usa metteranno fine alla loro mediazione sul conflitto a meno che non arrivino "proposte concrete" da Russia e Ucraina: lo ha detto la portavoce del dipartimento di stato Tammy Bruce. "Siamo arrivati a un punto in cui le due parti devono presentare proposte concrete su come porre fine a questo conflitto", ha spiegato Bruce. "Se non ci saranno progressi, ci ritireremo come mediatori da questo processo".
Il presidente russo Vladimir Putin continua a insistere sul fatto che la Russia debba assumere il controllo di quattro regioni dell'Ucraina che non occupa completamente nell'ambito di un accordo per mettere fine alla guerra. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Steve Witkoff, l'inviato di Donald Trump, ha cercato di persuadere Putin a fermare i combattimenti lungo le attuali linee del fronte nel corso del loro ultimo incontro. Il leader del Cremlino sarebbe però rimasto fermo sulle sue posizioni.
Intervistato dalla Tass, Nikolai Patrushev, molto vicino a Vladimir Putin, ha lasciato intendere che la Russia punta ancora ai porti ucraini, compreso quello di Odessa. L'ex segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione sottolinea che la Russia è ancora solo all'inizio della "vittoria". In tale ottica, "Odessa e la stragrande maggioranza dei suoi abitanti non hanno nulla in comune con il regime di Kiev". Secondo lui, "gli abitanti delle regioni dell'Ucraina, comprese le regioni del Mar Nero, devono determinare il proprio futuro" senza "sottomettersi passivamente al potere illegittimo di Kiev". Patrushev ha quindi ricordato che Odessa "fu fondata dall'imperatrice russa Caterina II. Per oltre due secoli dalla sua fondazione, questa città è stata l'avamposto della Russia sul Mar Nero, occupando uno dei posti più importanti del Paese in termini di popolazione e livello di sviluppo economico".

Intervistato dalla rivista americana The Atlantic, il presidente americano Donald Trump ha ventilato la possibilità di imporre sanzioni alla Russia. Alla domanda su un eventuale aumento degli aiuti a Kiev, il tycoon ha infatti risposto che il sostegno all'Ucraina "Non deve necessariamente essere" costituito "da armi. Ci sono molte armi diverse. Non devono necessariamente essere armi con proiettili. Possono essere armi sanzionatorie, armi bancarie o altre armi". L'inquilino della Casa Bianca ha inoltre aggiunto che le azioni della Russia potrebbero rendere la situazione più favorevole all'Ucraina. "Non necessariamente dalla parte di Zelensky, ma dalla parte dell'Ucraina, sì. Ho avuto difficoltà con Zelensky", ha ammesso il presidente degli Stati Uniti.
"Bisogna fare di tutto per impedire la rinascita del nazismo". E' l'appello lanciato dal presidente russo, Vladimir Putin, durante il Forum internazionale dello Stato dell'Unione di Russia e Bielorussia apertosi oggi a Volgograd, come riporta Ria Novosti. Oltre ai rappresentanti di Russia e Bielorussia, sono arrivati a Volgograd anche parlamentari di altri Paesi della Comunità degli Stati indipendenti, nonchè delegazioni di Cina, Corea del Nord, Vietnam, Cuba, Mongolia, Serbia, Slovacchia e altri Paesi. "In Russia, Bielorussia e altri paesi le lezioni della Grande Guerra Patriottica saranno sempre ricordate", ha aggiunto il leader del Cremlino che il 9 maggio sarà sulla Piazza Rossa per le celebrazioni dell'80esimo anniversario del Giorno della Vittoria dell'Armata Rossa sui nazisti.
"La Turchia continuerà ad essere impegnata per ogni sforzo possibile per una soluzione" alla guerra in Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un punto stampa congiunto con la premier, Giorgia Meloni, al termine del vertice intergovernativo Italia-Turchia a Villa Pamphili. Il leader turco ha quindi ribadito "il sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina in quanto attore effettivo anche della sicurezza del Mar Nero".
La "nuova dichiarazione unilaterale da parte russa" di una tregua di tre giorni " è un'iniziativa di cui prendiamo atto ma è tutt'altra cosa rispetto a quello che è necessario. Rinnoviamo l'auspicio che Russia dimostri volontà di fare la pace come ha saputo dimostrare l'Ucraina". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni alla stampa assieme al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo il vertice intergovernativo Italia-Turchia.

È prevista per oggi alle 22 ora italiana una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Ucraina, convocata dalla Francia, presidente di turno. La riunione, fa sapere Kiev, sarà dedicata "all'aggressione russa contro l'Ucraina e al suo continuo terrore contro i civili", si legge nella nota del ministero degli Esteri ucraino. "L'Ucraina si batte per la pace. Abbiamo accettato la proposta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco completo 49 giorni fa, ma la Russia no. Questo dimostra chiaramente chi è interessato alla pace e chi vuole continuare la guerra", ha dichiarato il capo della diplomazia, Andriy Sybiha. Si sottolinea la necessità di aumentare la pressione su Mosca.
Pyongyang ha annunciato l'invio di una delegazione ufficiale in Russia, proprio all'indomani della conferma del dispiegamento di soldati nordcoreani nella regione russa di Kursk, dove sarebbero impegnati a fianco delle forze di sicurezza russe contro l'Ucraina. A guidare la missione sarà Pak Young Il, vice direttore generale dell'Ufficio Generale di Politica dell'Esercito nordcoreano. La delegazione parteciperà a una serie di eventi previsti nei prossimi giorni, mentre Mosca si prepara a celebrare l'80º anniversario del Giorno della Vittoria, il 9 maggio. Secondo l'agenzia statale nordcoreana Kcna, la visita rafforza i legami tra Mosca e Pyongyang, in un contesto segnato da crescenti speculazioni su una possibile visita del leader Kim Jong Un, al momento non confermata. Le autorità nordcoreane hanno definito le operazioni ucraine nella regione di Kursk una "audace invasione" e hanno accusato Kiev di voler ribaltare l'andamento della guerra, bollando le forze ucraine come "occupanti neonazisti". Pyongyang ha inoltre giustificato l'impiego delle sue truppe sul suolo russo sostenendo che sia pienamente conforme alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale.
Il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky "finirà nel modo più triste" e che le truppe russe devono concludere "con una vittoria" l'invasione dell'Ucraina e "distruggere" quello che lui, seguendo la definizione della propaganda del Cremlino, definisce "il regime neonazista di Kiev". Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti. "Quando il capo di uno Stato, anche uno così particolare come l'Ucraina, e un tipo così patologico come questo personaggio significa solo una cosa: che alla fine anche lui finirà nel modo più triste", ha detto Medvedev, commentando la notizia, ripresa anche dalla Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l'intelligence ucraina per l'uccisione di alcuni alti ufficiali russi ma senza riferimenti a casi specifici. "Innanzitutto, dobbiamo completare l'operazione militare speciale in Ucraina con una vittoria e dobbiamo distruggere il regime neonazista di Kiev, ma il regime, non lo Stato, il cui destino è una questione del futuro", ha detto poi l'ex presidente russo usando la dicitura "operazione militare speciale" con cui il Cremlino indica l'aggressione militare contro l'Ucraina.
La Svezia e la Finalndia, da poco membri Nato a tutti gli effetti, sono diventati nuovi ipotetici "bersagli" delle forze russe proprio in ragione della loro recente adesione all'Alleanza Atlantica. Lo ha detto l'ex presidente russo e attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev. Questi Paesi "ora si trovano in un blocco ostile a noi", ha sottolineato, citato dall'agenzia Tass. "Questo significa che sono automaticamente diventati un bersaglio per le nostre forze armate, con possibili attacchi di ritorsione e persino una componente nucleare", ha affermato l'ex presidente.

Dmitry Medvedev, l'ex presidente e attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, si è scagliato contro l'Occidente, immeritevole della fiducia della Federazione Russa. "Nei primi anni post-sovietici - ha affermato Medvedev, citato dall'agenzia Ria Novosti - ci siamo fidati troppo di coloro di cui non bisognava affatto fidarsi, che non meritavano la nostra fiducia". Tra questi, Medvedev ha citato "gli Stati Uniti e l'Europa occidentale, inclusi i più grandi Paesi, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia".
Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che le truppe russe hanno conquistato un altro villaggio nel nord-est dell'Ucraina: Doroshovka, nella regine di Kharkiv. Lo riferiscono le agenzie russe
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato in un post su X l'uccisione di 'comandanti delle forze armate russe', dopo l'uccisione, il 25 aprile, del tenente generale Yaroslav Msakalik, avventuta in un attentato alle porte di Mosca. "Il capo del Servizio di Intelligence Estero - afferma Zelensky - ha riferito dell'eliminazione di individui dal comando superiore delle forze armate russe. Il capo del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina ha riferito dei nostri continui sforzi per contrastare le reti di agenti e i sabotatori russi in Ucraina. Ottimi risultati. Grazie per il vostro lavoro. Stiamo anche lavorando alle prossime misure sanzionatorie per l'Ucraina. Sono in fase di preparazione le relative osservazioni al Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa", conclude il leader ucraino.
L'avvio di negoziati diretti con l'Ucraina è una priorità, mentre la questione della legittimità del presidente Volodymyr Zelensky è secondaria. A chiarirlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, con un cambio di linea rispetto al passato. Mosca ha più volte posto come punto centrale nelle discussioni su possibili trattative con Kiev il fatto che non vi siano state più elezioni presidenziali, nonostante sulla carta il mandato di Zelensky sia scaduto un anno fa.
"Mosca non sa ancora se Kiev aderirà al cessate il fuoco in occasione dell'80esimo anniversario della Vittoria". Lo ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. "Il presidente Putin ha mostrato un gesto di buona volontà e ha annunciato ieri che sarebbe stato dichiarato un cessate il fuoco temporaneo per le celebrazioni del Giorno della Vittoria. Finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal regime di Kiev. È molto difficile capire se aderirà o meno", ha affermato Peskov, definendo la mancata risposta di Kiev "più che una manipolazione" con riferimento alle parole del presidente ucraino, che ieri aveva descritto come una "manipolazione" l'iniziativa di Putin per un cessate il fuoco. Parlando della proposta di Zelensky di fermare la guerra per 30 giorni, questa iniziativa è impossibile senza tenere conto di tutte le sfumature, ha osservato il portavoce. "Se parliamo di una tregua così a lungo termine, allora le sfumature di cui ha parlato il presidente Putin al Cremlino sono importanti. Senza una risposta a quelle domande, è difficile arrivare a una tregua così duratura", ha detto Peskov, aggiungendo che non c'è stata alcuna risposta dal regime di Kiev in merito ai negoziati diretti. "Il primo passo è avviare il processo di negoziazione; tutto il resto è secondario", ha concluso il rappresentante del Cremlino.