Roma, 28 aprile 2025 – Si apre una settimana cruciale per i colloqui di pace tra Russia e Ucraina, mentre Putin annuncia tre giorni di tregua dall'8 al 10 maggio (nel mezzo l’anniversario del Giorno della Vittoria). Secondo Donald Trump, Volodymyr Zelensky sarebbe pronto a cedere la Crimea e ad accelerare il cessate il fuoco, specialmente dopo i numerosi attacchi di questi giorni (nel Kursk in particolare). E se il presidente Usa ha avanzato dubbi sulle buone intenzioni del suo omologo russo dopo il faccia a faccia avvenuto in Vaticano con il leader ucraino, oggi il portavoce del Cremlino sottolinea l'importanza che un nuovo colloquio tra Trump e Putin sia "concordato molto rapidamente". A sentirsi, intanto, sono stati il ministro degli esteri Sergej Lavrov e il segretario di Stato Marco Rubio: un colloquio telefonico durante il quale hanno sottolineato "l'importanza di consolidare i presupposti che stanno emergendo per avviare negoziati" e "concordare su un percorso affidabile verso una pace sostenibile a lungo termine".
La Corea del Nord ha confermato per la prima volta il sostegno a Mosca nella guerra contro Kiev con l'invio di truppe nel Kursk per ordine diretto del leader Kim Jong-un. Una partecipazione al conflitto per la quale lo stesso presidente russo ha ringraziato Pyongyang.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky definisce la proposta di tregua di Putin "un tentativo di manipolazione". La ragione è che "tutti devono aspettare fino all'8 maggio e solo allora" ci sarebbe un "cessare il fuoco per garantire il silenzio" durante la parata del 9 maggio nella Piazza Rossa di Mosca, ha detto nel suo discorso serale.
L'Ucraina chiede alla Russia di accettare "immediatamente" un cessate il fuoco "globale" per "almeno 30 giorni", in risposta all'annuncio a sorpresa di Vladimir Putin di una tregua di tre giorni. "Se la Russia vuole davvero la pace, deve cessare il fuoco immediatamente", ha scritto su X il ministro degli Esteri ucraino Andriï Sybiga. "Perché aspettare l'8 maggio?", ha continuato, assicurando che il suo paese "è pronto a sostenere un cessate il fuoco duraturo e completo. Ed è quello che proponiamo costantemente: per almeno 30 giorni", ha concluso.
Il cessate il fuoco temporaneo annunciato dal presidente russo Vladimir Putin non soddisfa le esigenze della Casa Bianca. "Il presidente Trump vuole una tregua russo-ucraina permanente", ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, nel suo briefing. Leavitt ha ribadito che Trump è sempre più frustrato da Putin e da Zelensky.
Il Wall Street Journal ha svelato che Mosca prevede di creare un nuovo quartier generale dell'esercito, nella città russa di Petrozavodsk, a circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia. Per questo motivo il Cremlino ha incaricato gli ingegneri militari di espandere le basi dove saranno gestiti decine di migliaia di soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, e che in un futuro dovrebbero costituire la spina dorsale dell'esercito russo in chiave anti-Nato. Allo stesso scopo Mosca sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato un cessate il fuoco di tre giorni, dall'8 al 10maggio, in occasione dell'ottantesimo anniversario della vittoria sul nazifascismo. Lo rende noto il Cremlino sul suo canale Telegram. "Per decisione del comandante in capo delle forze armate, Vladimir Putin - si legge in un comunicato - per ragioni umanitarie dalla mezzanotte tra il 7 e l'8 maggio alla mezzanotte tra il 10 e l'11 maggio la parte russa dichiara un cessate il fuoco. Tutte le azioni militari sono sospese in quel periodo. La Russia ritiene che la parte ucraina seguirà questo esempio". "In caso di violazioni del cessate il fuoco dalla parte ucraina. le forze armate russe daranno un'adeguata ed efficace risposta", si aggiunge nella nota. "La parte russa - afferma ancora il Cremlino - dichiara ancora una volta la sua disponibilità a negoziati di pace senza precondizioni, miranti ad eliminare le cause di fondo della crisi ucraina e all'interazione costruttiva con i partner internazionali".
"Per raggiungere un'intesa sulle sorti del conflitto in Ucraina, Kiev non deve entrare nella Nato, riaffermando la sua posizione di paese neutrale e non allineato. Sono questi i due presupposti fondamentali di uno dei due pilastri della soluzione definitiva per la crisi", ha affermato il ministro degli Esteri russo Lavrov, precisando anche che Mosca insiste nell'ottenere "solide garanzie di sicurezza per schermarsi da qualsiasi minaccia proveniente dalla Nato, dall'Unione europea e da alcuni dei Paesi membri lungo il nostro confine occidentale". "Il secondo pilastro consiste nel superamento del lascito del regime neo nazista che ha preso il potere a Kiev, inclusa l'iniziativa di sradicare e cancellare, tutto quello che è russo, russofono, nei media, nella cultura e nelle tradizioni o nel credo ortodosso". L'Ucraina va poi demilitarizzata e denazificata, così come le sanzioni devono essere sollevate, cancellati i mandati di arresto e il ritorno degli asset russi soggetti al cosiddetto congelamento in Occidente, ha infine concluso il ministro.
Il ministero della Difesa russo sostiene che le sue truppe abbiano preso il controllo del villaggio di Kamenka, nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina. Lo riporta la Tass. Le dichiarazioni delle forze armate russe non sono verificabili in modo indipendente.
Se Mosca ha dichiarato di aver cacciato con successo le truppe ucraine nel Kursk, un post su X del presidente ucraino smentisce l'indiscrezione. "Le nostre unità militari continuano a operare nelle regioni di Kursk e Belgorod. Manteniamo la nostra presenza in Russia", ha affermato infatti Volodymir Zelensky sul social, dopo che Mosca ha annunciato la completa liberazione della regione occupata dalle forze di Kiev con una incursione all'inizio dell'agosto dello scorso anno. Il capo di stato maggiore Valery Gerasimov aveva asserito che nel Kursk si trovavano solo soldati ucraini isolati, "alla ricerca di un nascondiglio" ma nessuna unità organizzata. I combattimenti, ha aggiunto Zelensky, proseguono vicino a Pokrovsk, in tutte le altre direzioni nella regione di Donetsk". "Manteniamo con decisione tutte le nostre posizioni in modo da mantenere tutte le opportunità per la diplomazia".

Secondo il presidente americano Trump, Zelensky sarebbe pronto a rinunciare alla Crimea, nonostante si sia sempre mostrato contrario all'eventualità di cedere la penisola del Mar Nero (annessa dalla Russia nel 2014). Parlando con i giornalisti in un aeroporto del New Jersey, il tycoon ha risposto positivamente alla domanda se ritenesse che Zelensky fosse pronto a "rinunciare" al territorio: "Credo di sì", ha affermato. Solo venerdì scorso il presidente ucraino aveva insistito sul fatto che il territorio appartenesse al popolo ucraino. Nonostante abbia accusato Kiev di intransigenza sulla questione, il presidente degli Stati Uniti ha espresso ritrovata simpatia per la sua controparte ucraina, affermando che "vuole fare qualcosa di buono per il suo Paese" e che "sta lavorando sodo".
Per il Cremlino, il riconoscimento internazionale delle regioni della Crimea e del Donbass come russe è un prerequisito a qualsiasi negoziato con l'Ucraina. Lo ha detto Dmitrij Peskov, portavoce del presidente della Federazione Russa. Lo riferisce l'agenzia Interfax. Anche il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, in un'intervista al quotidiano brasiliano O Globo, ha dichiarato di considerare "imperativo" riconoscere come "russi" i territori ucraini occupati. "Il riconoscimento internazionale del possesso russo della Crimea, di Sebastopoli, della repubblica di Donetsk, della repubblica di Lugansk, delle regioni di Kherson e di Zaporizhzhia è imperativo", ha detto. Poi ha aggiunto: "Restiamo aperti ai negoziati. Ma la palla non è nel nostro campo. Finora, Kiev non ha dimostrato la sua capacità di negoziare".
Il presidente russo Vladimir Putin ha ringraziato i militari nordcoreani che hanno partecipato "alla sconfitta dei militanti ucraini che hanno invaso la regione (russa) di Kursk". Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino in una nota. Putin ha osservato che i militari nordcoreani hanno compiuto il loro dovere "con onore e valore, coprendosi di gloria imperitura". "Il popolo russo non dimentichera' mai l'impresa delle forze speciali della Corea del Nord che hanno partecipato alla sconfitta delle Forze armate ucraine nella regione di Kursk", si legge nella nota.
Il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov, in conferenza stampa, ha quindi sottolineato come la liberazione della regione di Kursk "ha dimostrato l'efficacia del trattato di partenariato strategico globale tra Russia e Corea del Nord". "Abbiamo un trattato in vigore, in base al quale le parti si sono effettivamente impegnate a fornire assistenza immediata l'una all'altra, se necessario. La partecipazione dei soldati coreani all'operazione di liberazione della regione di Kursk ha dimostrato l'efficacia di questo trattato", ha detto Peskov. Il portavoce ha sottolineato che la Russia potrebbe anche fornire assistenza militare alla Corea del Nord in conformita' con il trattato
Nella notte le forze di difesa aerea russe hanno distrutto 115 droni ucraini. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo. "La scorsa notte, sono stati sventati i tentativi del regime di Kiev di effettuare attacchi terroristici utilizzando 115 droni di tipo aereo diretti contro obiettivi situati nel territorio della Federazione Russa", si legge nel messaggio. ''102 droni sono stati distrutti nel territorio della regione di Brjansk, nove nel territorio della Crimea, due nella regione di Kursk e uno ciascuno sul Mar Nero e nella regione di Belgorod'', ha specificato il ministero