
La conversazione telefonica fra Trump e Putin è durata oltre due ore
Roma, 20 maggio 2025 – E misero giù la cornetta felici e contenti. È durata oltre due ore l’attesa telefonata tra il presidente americano, Donald Trump, e l’omologo russo, Vladimir Putin. I due leader hanno discusso della situazione in Ucraina, cercando di individuare un punto di caduta per porre fine a un conflitto che dura da oltre tre anni.
A sentire entrambi, la conversazione è stata positiva. La Casa Bianca ha fatto sapere che la telefonata "è andata benissimo", aggiungendo che Russia e Ucraina "lavoreranno immediatamente per il raggiungimento di un cessate il fuoco". Soddisfazione anche da parte di Putin, che l’ha definita "utile, franca e produttiva".

In sintesi – anche se mancano elementi concreti che giustifichino tanto ottimismo – la Russia si dice pronta a scendere a patti, ma solo se verranno individuati compromessi per "eliminare le cause della crisi". Una condizione che implicherebbe, di fatto, il disarmo dell’Ucraina. Putin ha ribadito più volte questo punto durante la conversazione, avvenuta mentre si trovava in visita a una scuola di musica a Sochi, sul Mar Nero.
"La Russia proporrà ed è pronta a lavorare con la parte ucraina su un memorandum per un possibile futuro accordo di pace, con la definizione di una serie di posizioni", ha dichiarato il presidente russo, citato dall’agenzia Tass. "Come, ad esempio, i principi della soluzione, i termini di un possibile accordo di pace e così via, incluso un possibile cessate il fuoco per un certo periodo di tempo, se vengono raggiunti gli accordi pertinenti".
Dopo il colloquio con Putin, Trump ha parlato anche con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che aveva già sentito prima della telefonata – e con i leader di Germania, Francia, Finlandia e Italia. Il numero uno di Kiev ha rilanciato l’invito a Putin per negoziati diretti, dopo l’incontro tra le delegazioni a Istanbul della scorsa settimana. "L’Ucraina insiste sulla necessità di un cessate il fuoco completo e incondizionato", ha dichiarato, "che dovrebbe avere una durata sufficiente e prevedere la possibilità di proroga".
La comunità internazionale spera che, finalmente, questa sia la volta buona, dopo la delusione del vertice di Istanbul. Ma dal Cremlino, tanto per cambiare, si prende tempo. Non solo il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che "per il momento non è in preparazione" un incontro tra Mosca e Washington, ma ha anche aggiunto che "i negoziati potrebbero essere lunghi".
Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, inoltre, ha precisato che Trump non ha posto ultimatum a Putin per una tregua.
Andrà tutto bene, ma non si sa quando. Di certo, il presidente americano sembra crederci davvero, e ha il sostegno della comunità internazionale, a partire dal Vaticano – che ha assunto un ruolo attivo nei negoziati – e della premier Meloni, che si è detta "pronta a facilitare i contatti per la pace". Ma c’è anche chi non abbassa la guardia: il cancelliere tedesco Merz è tornato a invocare nuove sanzioni nel caso in cui la Russia ritardi l’applicazione del cessate il fuoco.