Martedì 22 Luglio 2025
LETIZIA ARMANDI
Esteri

Gli Usa hanno davvero distrutto i siti nucleari iraniani? I timori di un programma atomico segreto

Inchieste dei media americani gettano seri dubbi sul “successo” dell’operazione del Pentagono. Ira di Trump: “Tutto falso”. Ora Teheran potrebbe portare avanti un piano di arricchimento dell’uranio senza la supervisione internazionale. “Migliaia di centrifughe avanzate in depositi nascosti”. L’Fbi apre un’indagine sulla fuga di informazioni secretate

Gli Usa hanno davvero distrutto i siti nucleari iraniani? I timori di un programma atomico segreto

Roma, 25 giugno 2025 - Il 22 giugno gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver colpito le basi nucleari iraniane, un'operazione che Donald Trump ha definito un “successo”, affermando che gli impianti sono stati completamente neutralizzati. Ora, però, un'inchiesta della Cnn potrebbe riscrivere il corso degli eventi. Pare infatti che l'attacco statunitense sia stato meno devastante di quanto annunciato e che la capacità nucleare iraniana non sarebbe stata realmente compromessa. Nel frattempo, il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso preoccupazione per il rischio che l'Iran possa continuare a perseguire attività nucleari in segreto, alimentando timori su un possibile incremento nell'arricchimento di uranio.

IRAN USA ISRAEL CONFLICT
Immagine satellitare Maxar Technologies mostrano il sito nucleare di Isfahan, in Iran, dopo i bombardamenti Usa (Ansa)

Attacco a vuoto?

Secondo una valutazione preliminare dei servizi di intelligence statunitensi, gli attacchi del 22 giugno non hanno distrutto i principali componenti del programma nucleare iraniano, ma pare che abbiano solo ritardato la sua attuazione di alcuni mesi. La notizia, riportata dalla Cnn, si basa su un'analisi della Defense Intelligence Agency (DIA) ottenuta tramite fonti anonime all'interno del Pentagono. In particolare, sembrerebbe che i bombardamenti sui siti di Fordow e Natanz, e sul centro di ricerca nucleare di Isfahan, non abbiano causato danni significativi alle centrifughe degli impianti. Inoltre, le scorte di uranio arricchito non sono state distrutte, poiché erano già state trasferite prima dell'operazione. Hassan Abedini, vicedirettore politico della televisione statale iraniana, ha confermato che i tre siti colpiti dagli Stati Uniti erano stati evacuati "da tempo”. Anche la valutazione israeliana sull'impatto degli attacchi ha rilevato danni inferiori alle aspettative, in particolare a Fordow, smentendo il presunto 'grande successo militare' decantato sui social dal presidente Donald Trump. 

La diffusione al pubblico dei rapporti, ancora classificati, dell’intelligence americana ha fatto infuriare il tycoon, che ha criticato duramente la Cnn e il New York Times, accusandoli di diffondere informazioni false e diffamatorie. Anche Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha definito l'inchiesta 'completamente falsa', definendola un 'chiaro tentativo di sminuire il presidente Trump' e il suo operato. “Tutti sanno cosa succede quando si sganciano 14 bombe da 30.000 libbre con precisione sui loro obiettivi: la distruzione totale” ha affermato, sottolineando come le inchieste dei due giornali possano risultare completamente infondate. Intanto l’Fbi ha aperto un’indagine sulla fuga di informazioni top secret. 

I timori di un programma nucleare segreto

Durante una visita in Norvegia, il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso preoccupazione per il crescente rischio di arricchimento segreto di uranio da parte dell'Iran, un fatto che potrebbe ulteriormente destabilizzare la regione e minacciare la sicurezza globale. Un ipotetico programma nucleare non monitorato rappresenterebbe infatti 'uno dei principali rischi per la regione e per la comunità internazionale', come sottolineato da Macron, ribadendo la necessità di 'impedire assolutamente' che questa evenienza possa verificarsi. Le preoccupazioni del presidente francese non sono prive di fondamento e sono emerse dopo le dichiarazioni di un esperto del programma nucleare iraniano, che ha rivelato l'esistenza di siti nascosti contenenti 'centinaia, se non migliaia' di centrifughe avanzate in grado di produrre uranio arricchito, secondo quanto riportato dal Telegraph

L'arricchimento dell'uranio è essenziale non solo per la produzione di energia, ma anche per la costruzione di armi nucleari. Se l'Iran fosse in grado di proseguire segretamente con l'arricchimento senza la supervisione internazionale, si correrebbe il rischio di una proliferazione nucleare, con gravi implicazioni per la sicurezza globale. A tal proposito, il Parlamento iraniano ha recentemente approvato una legge che sospende la cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), alimentando i timori del presidente francese. La nuova disposizione infatti prevede che gli ispettori dell'AIEA non potranno più effettuare controlli in Iran, a meno che non vengano adottate specifiche misure di sicurezza nucleare. Ogni eventuale accesso futuro dovrà quindi essere approvato dal Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, che però deve ancora confermare tale decisione.