Roma, 14 marzo 2025 – Un presidente russo pronto a dettare le sue condizioni e un’Europa che si deve organizzare e maturare sotto il profilo della difesa comune. Riccardo Sessa, Ambasciatore di lungo corso e oggi Presidente della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale), ha spiegato che la strada verso la fine del conflitto è ancora lunga.

Ambasciatore Sessa, Putin ha aperto a proposte ‘che possano portare a una pace duratura’. Che lettura dà di queste parole?
"Come tutte le dichiarazioni di Putin, anche questa va presa con il beneficio di inventario. C’è un tatticismo molto evidente da parte del presidente russo sulla proposta americana".
Pensa che la strada sia ancora lunga?
"Non credo che i colloqui americani con gli ucraini e i sauditi possano essere stati determinanti, perché sul tappeto ci sono tante e tali questioni che è impossibile immaginare che siano già state risolte. Teniamo poi presente una cosa: la proposta parla di tregua, Putin continua a parlare di pace duratura. Che vuole dire?".
Per esempio, che l’Ucraina non deve entrare nella Nato?
"Non è solo questo. Ci sono altre questioni che richiedono molto tempo. Putin per primo ha detto che ci vorrà almeno un anno perché tutto possa essere risolto. Ma se l’Ucraina entrerà nella Nato lo dovranno decidere per primi gli ucraini".
Gli Stati Uniti hanno già anticipato che l’Ucraina dovrà fare concessioni dal punto di vista territoriale. Ammettiamo che accada. Non crede avrà ripercussioni molto gravi sul diritto internazionale e le mire espansionistiche di Putin potrebbero espandersi anche in territorio europeo?
"Spero di no, ma sono consapevole che dobbiamo avere il coraggio di costruire in Europa meccanismi che possano portare a un’autonomia strategica militare. Questo non si realizza in cinque mesi e nemmeno in un anno. Quanto al diritto internazionale, quando un Paese aggredisce un altro Paese, è già stato violato. Quella che, fino a ieri, era la più grande democrazia liberale al mondo, si rifiuta di ammettere il concetto di aggressione. Siamo già usciti da qualunque schema ragionevole e siamo ritornati a un’unica logica, quella del più forte".
Quindi, Ambasciatore, mi scusi, se l’Europa non si dà una mossa fa la fine dell’Ucraina?
"Non esageriamo, ma i rischi ci sono. Si sta giocando una partita enorme e vedo che c’è ancora chi esita a capire quale sia la posta in gioco. Ci sono stati centinaia di migliaia di morti, da entrambe le parti, bambini deportati in Russia e non possiamo permetterci errori per rispettare quei morti e quei bambini. È evidente che in Europa siamo cresciuti con l’ombrello americano dell’articolo 5 della Nato. Adesso però Trump ne nega la permanente validità. E sembra naturale, giusto e doverosoche l’Europa si cominci a organizzare".
Soprattutto se Putin non è affidabile, ma lo è?
"La riposta di Putin è un ‘sì, ma…’. Con a corredo tutte le puntualizzazioni del portavoce Peskov o della loquace portavoce del Ministero degli Esteri".
Che ieri ha attaccato nuovamente il Presidente Mattarella…
"Qualunque dichiarazione la Signora Zacharova possa continuare a fare nei confronti dell’Italia e soprattutto del Presidente Mattarella è solo una medaglia al merito sul petto del Presidente".