Giovedì 12 Giugno 2025
ELENA G. POLIDORI
Elezioni

Carlo Fidanza (FdI): "Serve una difesa comune per una Ue più sicura"

Carlo Fidanza, capodelegazione FdI a Bruxelles, sottolinea l'importanza di sostenere l'Ucraina e promuovere politiche industriali della difesa in Europa. In Italia, si discute di stabilità governativa e di gestione del debito pubblico in vista della prossima finanziaria.

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Roma, 31 maggio 2024 – Carlo Fidanza (capodelegazione FdI a Bruxelles), partendo dalla situazione bellica da cui non è possibile prescindere, nella ‘nuova Europa’ quale sarà l’obiettivo principale che vi proponete?

"Continueremo a sostenere l’Ucraina con l’invio di armi ed evitando escalation nelle parole (come abbiamo visto nei giorni scorsi) e sul terreno per mettere in condizione Kiev di arrivare a un tavolo negoziale senza amputazioni del proprio a livelli inaccettabili. L’altra sfida è quella delle politiche industriali della difesa. Ci siamo cullati per troppo tempo nell’illusione che altri si occupassero gratis di garantire la nostra sicurezza, dunque dobbiamo pensare all’esercito europeo e alla difesa comune. Primo tema sarà quindi trovare delle risorse comuni per realizzare una maggiore integrazione, ma sia chiaro: per noi difesa europea non vuol dire difesa francese, abbiamo anche noi le nostre eccellenze industriali da difendere".

Venendo ai temi italiani, l’altro giorno al Senato si è sfiorata la rissa sul premierato...

"Le opposizioni parlano di attentato alla democrazia, ma non è così, noi vogliamo solo far corrispondere alla volontà popolare dei governi stabili e di legislatura, che ci rafforzano anche in un contesto internazionale. In Europa cambia molto avere a che fare con un governo stabile e di legislatura come è il governo Meloni. È chiaro che diventi un interlocutore più solido per gli altri Paesi, che sanno che dovranno avere a che fare con te per 5 anni. Nel tempo noi abbiamo pagato un prezzo altissimo, a livello europeo e internazionale, per l’instabilità politica, a causa di governi che duravano in media un anno e mezzo".

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Subito dopo le elezioni europee ci aspetta, tuttavia, una procedura di infrazione per eccesso di debito pubblico…

"La procedura per deficit eccessivo riguarda diversi Paesi europei che sono tutti alle prese con procedure di rientro, è un problema diffuso, ma non è segno di uno scarso stato di salute della nostra economia, anzi. I nostri indicatori economici sono di segno positivo e superiori alla media europea, a partire dai numeri del Pil e da quelli dell’occupazione. È chiaro che sarà necessario liberare ancora risorse per investire sulle politiche di sviluppo e di crescita accanto alla riforma fiscale, anche utilizzando gli incentivi del Pnrr per l’assunzione di donne e giovani, soprattutto nel Mezzogiorno. Insomma, tutta la nostra azione va in questo senso: spingere la crescita per ridurre il divario tra il nostro deficit e il Pil che, di fatto, è la nostra maggiore criticità attuale. E questo al netto del macigno del Superbonus, che continuerà a gravare sulle nostre finanziarie per i prossimi dieci anni".

Dunque, non c’è comunque molto da aspettarsi dalla prossima finanziaria…

"Dovremo contenere la spesa, ma dobbiamo confermare le misure di decontribuzione che stanno funzionando. I dati Ocse ci dicono che gli stipendi crescono più dell’inflazione e questo è un dato finalmente in controtendenza, che può portare a una crescita dei consumi per dare anche ossigeno all’economia, ma dobbiamo continuare a sostenere i salari più bassi e andare avanti nell’attuazione della delega fiscale per continuare una graduale ma costante diminuzione del carico fiscale su imprese e famiglie".