Roma, 26 maggio 2025 – Non servirà il ballottaggio per decretare chi è il nuovo sindaco, vincitore delle elezioni a Genova. La candidata di centrosinistra Silvia Salis è nettamente in vantaggio, sia nelle proiezioni, sia nei dati reali e sarà eletta con al primo turno. I risultati sono ormai assodati, anche il centrodestra ammette la sconfitta: "I dati in maniera abbastanza chiara ci dicono che Silvia Salis sarà il nuovo sindaco di Genova. Prendiamo atto, rispettiamo l'esito delle elezioni e il voto dei cittadini genovesi", dice il coordinatore di Vince Liguria e consigliere regionale, Matteo Campora, nel point elettorale di Piero Piciocchi, candidato sindaco del centrodestra. Genova è uno dei 4 capoluoghi che deve rinnovare le giunte insieme a Ravenna, Taranto e Matera.

Risultati e affluenza
Silvia Salis oltre il 51%, mentre il suo sfidante Piero Piciocchi si ferma intorno al 44%. Niente Consiglio comunale per Mattia Crucioli che è lontano dalla soglia del 3%. Non ci sarà il ballottaggio quindi, in programma per l’8-9 giugno, in concomitanza con il voto su 5 referendum abrogativi sul lavoro e la cittadinanza.
E proprio in vista dell'appuntamento referendario di giugno che l'affluenza al primo turno delle amministrative era seguita con particolare attenzione dal comitato promotore dei referendum. Il dato definitivo è superiore al 51% (51,92), più alto rispetto a quello raccolto delle amministrative del giugno 2022, quando l'affluenza era stata del 44,17%. In quell’occasione, va ricordato, si votava solo la domenica.
Le prime parole di Silvia Salis
"La vittoria sicuramente la dedico a mio padre", dice Silvia Salis in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei cronisti dopo la vittoria. Folla al comitato elettorale per la vincitrice delle elezioni comunali. "Mi sento felice, soddisfatta, orgogliosa della gara che abbiamo fatto – aggiunge Salis -. Una campagna con responsabilità verso la cittadinanza, avevo chiesto di non scendere mai a certi livelli e lo abbiamo fatto: la politica deve essere un esempio” . A incidere sulla vittoria, aggiunge, è stato soprattutto "un senso di rilancio della città che aveva bisogno di un vento nuovo e di scrollarsi di dosso una serie di anni e di avvenimenti che ci avevano portato agli onori della cronache". Quindi sottolinea che "un cambiamento era auspicato, la città lo chiedeva, il senso di unità che abbiamo saputo dare ha convinto l'elettorato".
Infine, una riflessione di respiro nazionale: “Genova e questa campagna elettorale hanno dimostrato che la destra è legittimata solo quando il campo progressista non è unito. Se il campo progressista è unito, la destra perde l'unico argomento che ha, che sono le differenze della coalizione progressista". E ancora: "Non abbiamo l'arroganza di dare lezioni a nessuno, ma piuttosto una riflessione: il campo progressiosta unito non può avere paura di nessuna elezione nazionale o locale".
Lo spoglio in diretta
I partiti
Prime indicazioni sulle preferenze di lista dallo scrutino delle comunali di Genova. Con lo spoglio che intorno alle 17:30 è arrivato a 166 sezioni su 653, superando dunque il 25%, il Partito democratico veleggia al 30,07%, mentre Fratelli d'Italia si ferma all'11,61%. Al secondo posto per entrambe le coalizioni ci sono le liste civiche: 8,52% per Salis, 10,02% per Piciocchi.
Orlando
Soddisfazione nel centrosinistra per l’esito delle urne. "Unità e cambiamento a fronte di una destra autoreferenziale che ha voluto portare nel fango la campagna elettorale", sono gli elementi che secondo Andrea Orlando hanno portato alla vittoria di Genova. "E chi getta fango viene punito. A Genova avremmo vinto sulla base dei numeri delle regionali", ricorda ancora Orlando a chi gli chiede cosa e' mancato alle scorse regionali liguri, vinte dal centrodestra. "A Genova non è mancato nulla. Non è l'apporto di una forza o dell'altra" a fare la differenza, "quanto il discutere per settimane chi ci sta e chi non ci sta" nel campo di centrosinistra. "Questo a Silvia Salis non è occato". In quanto al 'modello Genova' e la sfida delle elezioni politiche, Orlando chiosa: "Non credo ci siano prodotti di esportazione, ma punti di riflessione che possono essere esportati".