Venerdì 26 Aprile 2024

La fiducia per un futuro dopo il Covid

Il commento della direttrice della "Nazione"

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 19 febbraio 2021 - Ora che abbiamo un governo, ora che i partiti hanno giurato fedeltà alla causa del Paese, resta una vertigine sul futuro: e se fallissero, anche loro? Possiamo fidarci, di nuovo, di loro? È stata forse la parola più usata e abusata in questi giorni marziani: fiducia. La fiducia dei partiti e delle correnti, la fiducia dei responsabili, degli amici diventati nemici, degli alleati traditori e di quelli traditi, dei cospirazionisti e dei costruttori. La fiducia che non c’è e quella raccattata all’ultimo voto, la fiducia infine trovata a maggioranza piena, in Senato prima e alla Camera poi, attorno a Mario Draghi.

Fidarsi è diventato il mantra della pandemia – fidarsi dei medici, della scienza, delle curve di contagio –, è diventato il punteruolo che ha spaccato generazioni e categorie sociali: i giovani contro i vecchi, i non garantiti contro i garantiti, i sani contro i malati.

E dunque Draghi e il suo governo dovranno ripartire da qui: dal ritrovamento di una coesione sfilacciata da anni di cronica crisi, e poi distrutta dal Covid. La coesione si fa anche con le parole: le parole di Draghi, in questi giorni decisivi, non hanno cercato la contrapposizione. Mi ha colpito questo: il premier ha parlato di donne, di giovani, di ambiente – quegli zuccherini che in ogni bel discorso servono a farci sentire tutti più buoni – con un margine di concretezza che mi ha strappato un po’ di fiducia (ecco, l’ho detto). Perché non ha usato nessuna velleità rivoluzionaria destinata a fallire: anziani da rottamare, fate largo ai giovani, saremo tutti più green, è scoccata l’ora delle donne. Draghi ha fatto leva sull’unica argomentazione solida: riequilibrare i diritti è il solo modo per immaginare un’Italia più giusta, ma anche più ricca. Solo così la battaglia per delle categorie – per le donne, per i giovani, per l’ambiente – diventa la battaglia per tutti.

Impossibile sapere se ce la faremo. Di certo, il futuro dopo il Covid non è un interruttore che si riaccende, per citare Draghi, ma è qualcosa che possiamo reinventare insieme. Inevitabilmente pronti a fidarci, ancora una volta.