Mercoledì 1 Maggio 2024

La sinistra paga l’opportunismo senza prospettiva

Mentre il campo largo si disintegra su una vicenda giudiziaria, il centrodestra si ricompatta facendo scudo intorno a Daniela Santanchè. Da un lato, nel centrodestra, ci sono un’alleanza e un preciso obiettivo politico. Dall'altro, a sinistra, per ora solo opportunismo senza prospettiva per un mezzo voto in più

Agnese Pini

Agnese Pini

Che cosa è un’alleanza politica? È un progetto innanzitutto, o, meglio ancora: è una visione. Una grande visione che si porta dietro temi, ideali, prospettive, obiettivi, e che si fonda sul sentirsi chiaramente da una parte della storia, insieme. Ora, che tra Pd e 5 Stelle gli ingredienti non fossero mai stati questi era cosa ben nota e arcidetta. Anche all’indomani del frettoloso trionfalismo seguito al risultato di Todde in Sardegna, che aveva fatto decretare ai vincitori: “Visto? Il campo largo c’è”. Non convinceva neppure allora quella giubilante sentenza, e al tempo stesso convince poco oggi l’altrettanto rapida faciloneria con cui si canta il de profundis del certamente malriuscito matrimonio Elly-Beppe: ci sono tre anni ancora per le Politiche, e ci sono di mezzo le Europee, che esasperano divisioni e tornaconti personali. Questo per trovare le attenuanti generiche. Ma certo non possono che lasciare interdetti la violenza e la rapidità con cui pentastellati e democratici si sono mandati a quel paese sull’altare del pasticcio di Bari. Una duplice inchiesta giudiziaria capace di trasformarsi nel patibolo di un’alleanza evidentemente più tattica che strategica, dove di visione, progetti e ideali c’è ancora meno di quel già poco che fino a 48 ore fa sembrava anche agli osservatori più benevoli. Si sbriciola, quell’alleanza, sulle spoglie di una “questione morale” usata per interessi elettorali: i 5 Stelle che non vogliono deludere il loro capriccioso zoccolo duro, il Pd che non vuole scaricare quello che doveva essere il suo alfiere di preferenze e di consenso, l’uomo nuovo del partito, Antonio Decaro. La questione morale agitata sulle spoglie della giustizia, di due inchieste della magistratura che mettono al centro bassezze politiche ed etiche, tra voti comprati a 50 euro, furberie, amicizie equivoche, presunte infiltrazioni mafiose, trasformismi e clientele.

Ma anche nel comportamento dei partiti e dei loro leader nazionali c’è davvero poco di alto e di morale: ci sono calcolo, avventatezza, propaganda. Così i 5 Stelle che si sfilano dalle primarie per fregare il Pd sono a loro volta impallinati dalle frecciate del Pd, ed entrambi – Pd e 5 Stelle – si trovano sommersi dagli insulti di Azione e Italia Viva che prima si alleano e poi si odiano ma puntualmente tornano ad andare d’accordo quando c’è da attaccare i Democratici e i grillini.

Fa poi impressione il contrappasso che si consuma nelle stesse ore: mentre il campo largo si disintegra su una vicenda giudiziaria certo truce, ma in fondo locale e circoscritta, il centrodestra si ricompatta facendo scudo intorno a Daniela Santanchè accusata di truffa ai danni dello Stato.

Vicende diverse e non paragonabili, ma che cristallizzano un fatto: da un lato, nel centrodestra, ci sono un’alleanza e un preciso obiettivo politico. Che spesso non risparmia distinguo, attriti e divisioni. Ma mai tali da mettere in discussione la tenuta del progetto. A sinistra per ora non c’è davvero nulla. Solo l’opportunismo senza prospettiva per un mezzo voto in più.