Mercoledì 24 Aprile 2024

La brutta campagna, per fortuna che è finita

Si chiude oggi la campagna elettorale più bizzarra che si ricordi. Non s’era mai visto che, prima di un voto, i due più agguerriti litiganti fossero anche i due alleati al governo. Non solo: due alleati che – oltre a continuare a litigare – continuano ad assicurare pure che staranno insieme anche dopo le elezioni, comunque vadano. Abbiamo definito il sodalizio fra M5S e Lega una sorta di Casa Vianello: si litiga sempre ma non ci si separa mai.

Ma sul fatto che Luigi e Matteo resisteranno davvero come Sandra e Raimondo, qualche perplessità è lecita. L’altra sera, nella terza Camera dello Stato (il salotto tv di Bruno Vespa) è stato ricordato che sono ben trenta i temi che dividono Cinque Stelle e Lega. Di Maio e Salvini giurano che anche su questi trenta temi alla fine "na quadra la si troverà" come diceva Bossi, e può anche essere. Così come può essere che tutti questi insulti e provocazioni (più da parte dei Cinque Stelle contro la Lega che non viceversa, nelle ultime settimane) facciano parte di un gioco, insomma che siano una commedia messa in scena al solo scopo di portare a casa, ciascuno, più consensi possibili. A elezioni concluse, il patto di ferro fra Di Maio e Salvini resisterebbe, anche per mancanza di alternative certe. Può darsi che sia così.

Due dubbi, però. Il primo riguarda il tema della giustizia. Su questo, davvero sarà possibile trovare una quadra? Anche ieri Di Maio ha attaccato Salvini per la sua proposta di abolire il reato di abuso d’ufficio. Cosa succederà al prossimo indagato della Lega, quando il M5S vorrà imporre la sua visione del mondo, secondo la quale a un avviso di garanzia deve corrispondere una lettera di dimissioni? Su questo tema non si può litigare solo per finta. Perché sulle dimissioni degli indagati (spesso poi assolti) sono già caduti dei governi.

Il secondo dubbio riguarda un’altra ’tenuta’: quella degli italiani. Per quanto saranno disposti a sopportare un governo in cui ci si scanna, almeno a parole, tutti i giorni? La campagna elettorale è finita, e per fortuna: che non prosegua per altri quattro anni.