Mercoledì 24 Aprile 2024

Parità di genere nelle aziende: le donne scalpitano, ma l'Italia è ancora indietro

L'entrata in vigore della Legge Gribaudo impone una riflessione anche sulla parità salariale fra uomo e donna

La parità di genere è ancora in lista d’attesa

La parità di genere è ancora in lista d’attesa

Parità di genere. Un'espressione della quale si parla sempre più spesso negli ultimi anni, ma che troppe volte è rimasta soltanto un concetto con il quale riempirsi la bocca di intenzioni più che un'intenzione da tradurre in pratica. La situazione, però, anche grazie all'entrata in vigore della Legge Gribaudo - la legge prevede che le aziende che hanno più di 50 dipendenti debbano compilare un rapporto sulla situazione del personale che prevede diversi indicatori fra cui salari, inquadramenti professionali, congedi e reclutamento - sta cambiando. A testimoniarlo è anche l'ottenimento da parte di cinque colossi imprenditoriali della certificazine di Gender Equality da parte del Winning Women Institute. Cosa significa questo? Che Banca Ifis, Bip, Bosch, Michelin Italiana e Sisal hanno scelto di impegnarsi per non far rimanere lettera morta il concetto di parità di genere. Con l'ingresso di queste cinque realtà, sono ora diciannove le aziende che hanno ottenuto la certificazione del Winning Women Institute sulla gender equality.

 "Il nostro processo di certificazione è distintivo ed esclusivo - commenta Enrico Gambardella, presidente di Winning Women Institute -. Il percorso si basa su un’analisi oggettiva e da compiere, passo dopo passo, con la nostra consulenza. Ottenere la certificazione per l’azienda si traduce in benefici effettivi e molteplici come la diffusione di una cultura aziendale più equa e meritocratica e il posizionamento del proprio brand sia da un punto di vista etico sia reputazionale".

Il rapporto sull’indice di uguaglianza di genere 2021 diffuso da European Institute for Gender Equality parla di un'Europa cresce solo dello 0,6% sull’anno precedente, l’Italia si posiziona al quattordicesimo posto (63,3 punti su 100), inferiore di 4,4 punti rispetto alla media UE. Mentre dai dati dell’associazione European Women on Boards, la leadership femminile in Italia è ben lontana dall’essere bilanciata, con solo il 17% di donne nei livelli esecutivi, contro il più virtuoso 32% della Norvegia e il 24% della Gran Bretagna, e con il 3% di donne in posizione di amministratore delegato, percentuale scesa di un punto rispetto al 2021, il che posiziona il Belpaese in fondo alla classifica insieme con Germania (3%) e Svizzera (2%).