Venerdì 26 Aprile 2024

Mercato del lavoro: Sud in testa nelle assunzioni

Secondo i dati di InfoCamere, tra giugno 2021 e giugno 2022 nel Mezzogiorno gli addetti sono cresciuti dell'8,6%, 1,5 punti in più del Nord-Ovest

Giovani in fila in Toscana alla Borsa mercato lavoro

Giovani in fila in Toscana alla Borsa mercato lavoro

Sorpresa: nell’ultimo anno il Sud Italia ha fatto meglio del Nord sul fronte dell’occupazione. Già, perché tra giugno 2021 e giugno 2022 nel Mezzogiorno, dove le aziende con oltre 50 dipendenti sono meno della metà del Nord-Ovest, la crescita degli addetti è stata dell’8,6%, 1,5 punti più alta. Non solo. Se si guarda alle aziende più dinamiche, ovvero quelle che hanno registrato una crescita superiore al 10%, al Sud ce ne sono 4 su 10 mentre al Nord soltanto 3 su 10.

La fotografia scattata da InfoCamere, però, non si ferma ai divari territoriali ma analizza in tutte le sue sfaccettature il mercato del lavoro italiano. Mercato che, dopo il Covid, è stato testimone di un rimbalzo senza precedenti. Tra giugno 2021 e lo stesso mese di quest’anno, l’Inps ha rilevato 835mila impiegati in più, escludendo peraltro l’agricoltura e il settore finanziario. Di questi, poi, oltre la metà (434mila) hanno trovato un posto nelle 31mila imprese con più di 50 dipendenti, pari all’1% dei 3,2 milioni di imprese con addetti.

Una su tre ha aumentato gli organici di oltre il 10% mentre due su tre hanno assunto. Insomma, i numeri sono piuttosto incoraggianti per un Paese come il nostro che ha un tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa. A livello di settori, a trainare la locomotiva italiana è il turismo che, dopo le chiusure determinate dal Covid, ha visto i propri lavoratori crescere del 19,8%, mentre 8 imprese su dieci che hanno sperimentato aumenti a doppia cifra.

Nei trasporti e nella logistica la crescita degli addetti è stata pari al 7,1%, anche se il 40% delle aziende ha visto aumenti di almeno dieci punti. Come riporta Affari & Finanza, una grande spinta all’occupazione è arrivata dall’e-commerce, con Amazon che pochi giorni fa ha annunciato l’assunzione di 3mila persone quest’anno, un piano che porterà il colosso statunitense a sfondare quota 17mila unità in Italia. Anche la grande distribuzione, in particolare i discount, è una dei principali protagonisti del boom delle assunzioni.

Ad esempio Lidl che, come vuole la sua aggressiva strategia di penetrazione nei mercati esteri, ha in programma 50 aperture l’anno per raggiungere i mille punti vendita entro il 2030, con seimila assunzioni tra il 2022 e il 2024. Un capitolo a parte meritano le costruzioni, la cui strepitosa performance degli ultimi due anni è stata in parte gonfiata dai bonus - primo fra tutti il Superbonus 110 - che, tra l’altro, hanno portato a una proliferazione di ditte individuali.

Le imprese medio grandi hanno visto una crescita degli addetti dell’8,8%, con 4,2 imprese su dieci che si trovano nella classifica di quelle che hanno registrato un tasso di crescita superiore al 10%. Meno bene ha fatto la manifattura. Sebbene conti, come numero di imprese, per il 38,7%, gli addetti sono cresciuti soltanto del 2,8%. Certo, all’orizzonte si profilano le nubi della recessione che sta già facendo sentire i suoi effetti se non in termini di calo, di sicuro come rallentamento nelle dinamiche del mercato del lavoro.

Cosa testimoniata dagli ultimi dati Inps sulle aperture e chiusure di contratti. Ad agosto il saldo annualizzato, ovvero la differenza tra assunzioni e cessazioni nei 12 mesi precedenti, era positivo per 569mila posizioni, quasi la metà dovute al tempo indeterminato (+281mila). Per l’insieme dei contratti a termine, sebbene il trend positivo sia proseguito, da maggio si registra invece un rallentamento. Insomma, le prime avvisagli ci sono già stata. Ora resta da vedere quanto profonda sarà una recessione paventata da molte parti.