Con i cambiamenti tecnologici e organizzativi resi necessari dalla pandemia è aumentata la richiesta da parte delle aziende di personale che abbia competenze digitali di base. Secondo l‘indagine 2021 del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, realizzate in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio Tagliacarne, nel 2021 quasi il 71% delle aziende ha investito in tecnologie digitali, nuove formule organizzative e nuovi modelli di business e in questa direzione sono andate le richieste di personale con la domanda di competenze digitali di base per la comunicazione visiva e multimediale per 2,8 milioni di profili professionali, pari al 60,5% del totale delle entrate previste. Le imprese hanno chiesto abilità relative all‘utilizzo di linguaggi e metodi matematici e informatici per 2,3 milioni di posizioni (il 50,5% del totale) e capacità di gestione di soluzioni innovative 4.0 per 1,7 milioni di entrate (il 36,4% del totale).
Ma le imprese trovano difficoltà a reperire sul mercato il personale con le competenze necessarie. Per le competenze digitali di base la difficoltà di reperimento è pari al 34,9%, per le capacità matematico-informatiche la difficoltà nella ricerca per le competenze di base è al 36% mentre per le competenze 4.0 la difficoltà per lo standard minimo è al dal 37%. Per gestire le sfide tecnologiche e gestionali che le imprese devono affrontare - si legge nella ricerca - è strategico il possesso di abilità digitali combinate tra loro. La domanda di padronanza di almeno due delle tre competenze digitali ha riguardato 646mila posizioni: il mix di competenze digitali è più richiesto ai laureati (44,1%) - in particolare nelle materie Stem, come ingegneria elettronica e dell‘informazione (84,5%) e scienze matematiche e fisiche ed informatiche (73,5%) - rispetto ai diplomati (16%).
Le difficoltà di reperimento raggiungono il 40% della domanda per le imprese che chiedono un mix di competenze. La difficoltà di reperimento del personale formato adeguatamente è al 77,9% per gli ingegneri elettrotecnici, del 65% per i progettisti e amministratori di sistemi informatici e del 64,2% per gli analisti e progettisti di software . Ma appare elevato anche il dato relativo ai medici (64,6%) e ai professori di scuola primaria (63,6%) anche per effetto della pandemia. Con riferimento invece alle professioni tecniche, il mix di competenze digitali è difficilmente reperibile anche per i tecnici programmatori (68,5%), tecnici esperti in applicazioni (62,7%), tecnici meccanici (52%) e disegnatori industriali (48,4%).
Su scala territoriale, le maggiori difficoltà di reperimento per le capacità matematico- informatiche emergono nel Nord Est (con un dato pari al 48,4%), in particolare in Friuli- Venezia Giulia (50,0%) e Veneto (48,8%). A livello provinciale, Terni (59,3%), Pordenone (54,6%) e Piacenza (54,4%) sono le province dove le imprese fanno più fatica a trovare candidati con questa competenza; la posizione più alta occupata da una provincia del Mezzogiorno è la 53-esima (appannaggio di Messina: 40,6%). I valori più elevati per le criticità nelle ricerche di candidati con competenze digitali si concentrano nel Nord Est, a cominciare da Friuli-Venezia Giulia (49,6%) e Veneto (45,3%), seguite da alcune regioni del Nord Ovest, come Piemonte (41,1%) e Liguria (40,1%) e del centro Italia, come Umbria (45,4%) e Marche (41,0%).
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