Mercoledì 24 Aprile 2024

Guadagnare col trading online Ma attenti agli intermediari

Trading online

Trading online

BANCHE, sim o broker stranieri? Sono diverse le tipologie di intermediari che in Italia offrono i servizi di trading online, cioè permettono di comprare via internet azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari. Si tratta di un’attività che nel nostro Paese ha ormai una lunga tradizione alle spalle, iniziata tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del terzo millennio. L’avvento del web e delle nuove tecnologie digitali indusse infatti molte banche a offrire ai clienti la possibilità di operare in borsa direttamente da casa, utilizzando il computer senza passare gli ordini al funzionario allo sportello. Ancor prima si erano mosse le sim (società di intermediazione mobiliare), proponendo ai clienti dei servizi di trading ancor più sofisticati. Stesso discorso per molti intermediari esteri, che oggi sono presenti in forze in Italia, ritenendo il nostro Paese un mercato molto appetibile. Il trading online non è un fenomeno di massa ma è un’attività accessibile a tutti. Prima di avvicinarvisi, però, è bene che gli investitori non trascurino alcune avvertenze.

Per iniziare a operare occorre affidarsi a una banca o a un intermediario autorizzato a operare in Italia dalla Consob. Nello sconfinato universo di internet, infatti, non è raro imbattersi in truffe organizzate, in cui ignari risparmiatori affidano i loro soldi a operatori abusivi. In secondo luogo, anche i trader più navigati consigliano di non farsi allettare dalla promessa di guadagni facili, facendosi prendere dalla frenesia di passare all’azione, anche senza avere una conoscenza adeguata del mercato. Meglio farsi le ossa con qualche operazione simulata, cioè senza investire realmente il denaro. Quasi tutti i broker e le banche permettono di farlo. E danno pure la possibilità di seguire corsi di formazione online, per imparare i rudimenti del trading. Di solito, nelle attività di formazione sono i trader più navigati che danno consigli ai neofiti su come operare al meglio, attraverso seminari sul web (webinar) anche se non mancano gli incontri dal vivo, con vari roadshow sul territorio.

Per operare sul mercato occorre possedere un conto titoli, le cui giacenze sono soggette a una imposta di bollo (la mini-patrimoniale) pari allo 0,2% annuo del capitale investito. A questo balzello si aggiungono le imposte sui rendimenti incassati, che incidono sul 26% nel caso dei bond, delle azioni e dei derivati. Soltanto i titoli di stato italiani ed europei sono soggetti a un prelievo ridotto, pari al 12,5%. Sotto il profilo fiscale, gli investitori hanno anche la possibilità di compensare i guadagni con le perdite. Ciò significa che, se in un determinato periodo un trader vende e un titolo con cui ottiene una plusvalenza e ne vende un altro con cui incassa una minusvalenza, la tassazione viene applicata esclusivamente sulla differenza e non sull’intero guadagno.

Oltre al semplice conto titoli e al servizio di trading che consente di operare con il proprio browser sul web, le banche e le sim offrono ai trader più esperti anche delle piattaforme software sofisticate, che consentono di effettuare operazioni complesse e usare tecniche di negoziazione avanzate. Un altro aspetto da considerare, prima di scegliere un servizio di trading online, è il livello delle commissioni richieste dagli intermediari. Di solito, gli investitori hanno la possibilità di scegliere tra un sistema di tariffazione fissa o variabile. Nel primo caso, per ogni operazione di acquisto o vendita effettuata viene applicata una commissione fissa compresa tra 2 e 12 euro circa, a seconda della tipologia di operazione. Chi sceglie la tariffazione variabile, invece, paga una commissione in percentuale che può oscillare tra lo 0,2 e lo 0,5% del capitale investito.