Venerdì 26 Aprile 2024

Obiettivo strategico: il mercato nordamericano "Ma com’è difficile trovare operai in Italia"

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IL MERCATO NORDAMERICANO, dotato di una rete autostradale e infrastrutturale tra le più estese al mondo, è l’obiettivo strategico di Ecogest per le sue attività all’estero. Un traguardo individuato già nel 2014, all’avvio del processo di internazionalizzazione del gruppo romagnolo. Ma reso più vicino dai recenti investimenti. "Nell’ottobre dell’anno scorso l’approdo in Nord America - precisa Valerio Molinari, fondatore e azionista di riferimento dell’azienda - ha visto la costituzione di una società di diritto canadese, Ecogest North America, che dalla sede di Toronto si propone di fornire soluzioni innovative nel campo della manutenzione del verde autostradale, sia al mercato canadese che a quello statunitense". Di fatto, un trampolino di lancio per affrontare il mercato d’oltreoceano.

A distanza di un anno dalla costituzione, la società canadese è dotata di una propria sede amministrativa e operativa, di una propria organizzazione stabile sul territorio ed è attualmente impegnata a definire i lavori da eseguire lungo la rete autostradale dell’Ontario. La proiezione internazionale di Ecogest, unica azienda in Italia del settore e tra le poche in Europa a essere stata accettata come membro dell’International Road Federation, associazione che raggruppa i maggiori operatori mondiali del comparto, continua dal 2014, anno dell’apertura di una società in Turchia che collabora a una serie di progetti naturalistici voluti dall’azienda di Stato turca per mitigare il problema delle interferenze luminose sulla direttrice Ankara-Istanbul. Del 2015 è la branch polacca, con sede a Varsavia, impegnata, tra l’altro, in interventi di regolamentazione idraulica sulla nuova autostrada che collega Wroclaw a Poznan. Dello stesso anno la società di diritto rumeno, con sede a Bucarest, e, del 2019, quella francese, che fa base a Parigi. Proprio in Francia il Gruppo ha studiato la possibilità di nuove modalità operative applicate alla tutela del territorio. "Oltralpe - spiega ancora Molinari - investono nella tutela del territorio. Che non significa solo proteggere il patrimonio paesaggistico, ma curare aree montane e boschive per prevenire danni legati agli agenti atmosferici e al cambiamento climatico. Farlo in modo strutturato anche in Italia potrebbe creare grandi opportunità anche sul fronte occupazionale".

Voi assumereste? "Lo facciamo già, quando riusciamo a trovare personale. In Italia è tutt’altro che facile. Gli ultimi due addetti assunti in ordine di tempo, rispettivamente il 4 luglio e il 5 settembre, arrivano dall’India e dalla Bulgaria. Si sono trasferiti qui dopo la firma del contratto. Dei nostri 220 dipendenti, oltre il 90 per cento sono extracomunitari, provenienti da 12 Paesi diversi L’età media è di trent’anni, la quasi totalità degli impiegati di sede sono donne. Per il lavoro nei cantieri non riusciamo a trovare italiani. Nessuno dei nostri connazionali si sente di accettare un lavoro così faticoso e, volte, potenzialmente pericoloso". Si dice sia colpa dei salari, troppo bassi rispetto all’impegno richiesto. "A fine febbraio cercavamo 150 operai, ne abbiamo trovati quattro. Siamo riusciti a trovare solo un camionista dei quattro che cercavamo, a fronte di uno stipendio netto in busta di 3.500 euro con vitto e alloggio pagati".

Sandro Neri