Mercoledì 24 Aprile 2024

Decarbonizzazione: c’è l’eolico flottante

Migration

IL PIANO NAZIONALE Energia Clima (PNIEC) fissa al 30% dei consumi finali di energia dell’Italia il target che dovrebbe derivare da fonti rinnovabili al 2030, con l’installazione di ulteriori 40 GW tra impianti solari ed eolici. Un target ambizioso che molto probabilmente, in conformità con le politiche comunitarie, verrà rivisto al rialzo. Lo conferma già il decreto "FER2" che inserisce nell’alveo degli incentivi anche l’eolico marino con un contingente d’incentivazione pari a 3,5 GW.

Dallo scorso anno, Falck Renewables ha deciso di investire proprio in Italia su questa nuova tecnologia che consente di posizionare le pale eoliche in mare aperto su una piattaforma galleggiante, senza la realizzazione di una fondazione fissa e sfruttando al contempo la profondità del mare Mediterraneo. Nel dettaglio, una tecnologia che minimizza gli impatti sull’ambiente marino e terrestre e permette di intercettare la risorsa eolica dove è più abbondante, al largo appunto, aumentando l’efficienza degli impianti e la quantità di energia prodotta. L’investimento in eolico marino galleggiante potrà avere un ruolo di primo piano nella riconversione dell’economia di molti territori e distretti sotto il profilo industriale e infrastrutturale, poiché prevede che la quasi totalità degli investimenti sia realizzata sul territorio in cui si sviluppa. I maggiori produttori delle turbine sono europei e la filiera locale per componenti e materiali potrà essere costruita sul territorio nazionale, valorizzando porti e aziende e creando migliaia di posti di lavoro a lungo termine.

Più in particolare, Falck Renewables in Italia, in partnership con BlueFloat Energy, ha presentato sei progetti di eolico marino galleggiante per un totale di 5,5 GW in tre diverse regioni - Puglia, Calabria e Sardegna. Si prevede che la realizzazione di questi progetti comporterebbe un investimento tra i 16 e i 17 miliardi di euro e porterebbe alla produzione di oltre 17 TWh l’anno, pari al 5% del consumo interno lordo al 2030, che corrisponde a quasi cinque milioni di utenze domestiche. Oltre al potenziale di produzione di idrogeno verde, l’energia generata permetterà di evitare 11 milioni di CO2 l’anno. Fronte occupazione, la realizzazione di questi progetti porterebbe alla creazione di circa 50.000 posti di lavoro diretti e indiretti, con percorsi formativi di alto livello, a cui va aggiunto l’impatto positivo generato sulle piccole e medie imprese di servizi e terziario del territorio.