Sabato 27 Aprile 2024

Flat tax e piccole imprese, ecco la mini imposta da 100 mila euro

La proposta della maggioranza prevede un’aliquota unica al 15% per partite Iva e piccole imprese fino a 100.000 euro di ricavi o compensi. Il costo stimato è di 3,5 miliardi di euro. Ulteriore agevolazione per le start up, che avrebbero un’aliquota del 5%

Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Roma, 17 agosto 2018 - Occhi puntati sullo spread, mentre il governo tenta i primi passi verso una mini flat tax, con un provvedimento che peserà sul bilancio dello Stato per un costo stimato di 3,5 miliardi. Il differenziale Btp/Bund, che mercoledì con Piazza Affari chiusa era schizzato verso quota 290, ieri è ripiegato a 279, con il Btp a 10 anni stabile sopra il 3%, vicino ai massimi dal 2014. Nessuna reazione dei mercati, quindi, al primo assaggio di flat tax, che comincerà dalle partite Iva. La maggioranza gialloverde ha messo nero su bianco le ipotesi finora circolate di revisione e potenziamento dell’attuale regime forfettario, che prevede già attualmente un’aliquota unica del 15% sostitutiva sia dell’Irpef che dell’Irap e tutta una serie di semplificazioni: dal non detrarre l’Iva sugli acquisti al non dover presentare la dichiarazione Iva, dall’esonero dallo spesometro a quello dell’emissione dell’e-fattura tra privati dal prossimo anno. Il provvedimento dovrebbe essere approvato con la manovra.

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L'ipotesi delineata dalla proposta di legge presentata alla Camera da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega a Montecitorio, e sottoscritta da Francesco D’Uva, capogruppo dei Cinque Stelle, prevede l’innalzamento a 100mila euro di ricavi o compensi conseguiti l’anno precedente per l’accesso al regime agevolato. Una soglia unica, invece di quelle attualmente in vigore, differenziate a seconda delle attività produttive, che vanno da 25mila a 50mila euro (per i professionisti è a 30mila euro). Il costo stimato dell’operazione è di 3,5 miliardi di euro e rappresenta una base di discussione in vista della prossima legge di Bilancio.

Mentre l’attuale formulazione consente l’accesso al regime forfettario solo ai ‘contribuenti persone fisiche’ che esercitano un’attività d’impresa o professionale, la proposta di legge Molinari punta a estendere il raggio d’azione anche alle società di persone e alle società di capitali. Allo stesso tempo, con l’ampliamento a 100mila euro di ricavi o compensi, verrebbero ampliati anche i limiti da 5mila a 15mila euro per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, anche assunti per l’esecuzione di specifici progetti e da 20mila a 40mila euro il costo complessivo dei beni strumentali, al lordo degli ammortamenti (già ora non concorrono alla formazione del limite i beni immobili), mentre per i beni in locazione finanziaria la proposta di legge precisa che rileva il costo annuo sostenuto dall’utilizzatore. Il prelievo fiscale è ulteriormente agevolato con un’aliquota al 5% per le start up, ma anche per le persone fisiche sotto i 35 anni e gli over 55 per i primi periodi d’imposta. L’obiettivo è di aiutare chi apre una partita Iva per immettersi o per rientrare nel mercato del lavoro.

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