Mercoledì 24 Aprile 2024

Web news online, arriva il regolamento Agcom su equo compenso per gli editori

Il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti: "Approvazione del regolamento un risultato importante e molto atteso"

Giacomo Lasorella, presidente dell'Agcom (ImagoEconomica)

Giacomo Lasorella, presidente dell'Agcom (ImagoEconomica)

Roma, 20 gennaio 2023 - Una buona notizia per gli editori ma anche per garantire un’informazione sempre più di qualità ai lettori. Le aziende editoriali italiane, infatti, potranno ottenere ora un giusto ed equo compenso per i contenuti giornalistici e informativi pubblicati dai giganti del web, da Google e Facebook, giusto per fare qualche esempio. Arriva così un primo importante risultato per cominciare a fissare qualche paletto nell’ecosistema dell’informazione digitale, per troppo tempo lasciata senza alcuna regola. La svolta è arrivata ieri con il via libera dell’AgCom (l’autorità che vigila sul settore delle Comunicazioni) ad un nuovo regolamento che applicherà, di fatto, le norme comunitarie stabilite tre anni fa dalla direttiva Ue sul Diritto d’autore. Il documento è passato a maggioranza, con il solo voto contrario della commissaria Elisa Giorni. Ma quali sono i capitoli più importanti di un’intesa che tende a salvaguardare anche la qualità e l’affidabilità dell’informazione on line?

Le nuove regole sull’equo compenso

Da oggi editori potranno ricevere un giusto compenso per i contenuti informativi pubblicati sulle piattaforme on line. L’idea alla base del regolamento è semplice: consentire a chi produce notizie o, più in generale, materiali multimediali (dai video ai podcast) di ottenere una quota degli incassi pubblicitari che i giganti del web raccolgono proprio grazie alla pubblicazione di contenuti informativi sui rispettivi siti o piattaforme digitali. Gli editori, secondo il regolamento dell’Agcom, potranno incassare fino al 70% della pubblicità generata dalla diffusione on line dei contenuti realizzati dalle aziende editoriali. Come funziona l’accordo fra i giganti del web e gli editoriIn pratica, gli editori potranno aprire con le aziende che operano sul Web (da Google a Facebook, ma non solo) una trattativa per stabilire l’entità del compenso dovuto per la pubblicazione dei propri contenuti editoriali. Si dovrà, in pratica, determinare quanto dei ricavi pubblicitari derivanti da tale utilizzo debba essere corrisposto dalle aziende che gestiscono le piattaforme digitali. Discorso analogo per chi produce rassegne stampa che, sulla base del fatturato rilevante, dovrà remunerare gli editori. Nel caso di mancato accordo dopo 30 giorni dalla richiesta, le parti potranno chiamare in causa l’AgCom che, entro i successivi 60 giorni, dovrà decidere la cifra economica più vicina al cosiddetto 'equo compenso'. Naturalmente, nel caso in cui nessuna delle proposte indicate dalle parti sia considerata in linea con il regolamento, toccherà alla stessa Agcom assumere le opportune decisioni, individuando l’importo equilibrato e corretto.

L’obiettivo: un’informazione sempre più di qualità

E’ forse il capitolo più interessante, perché viene incontro alle esigenze dei lettori di avere un’informazione attendibile e di qualità, a prova di fake news e bufale. Infatti, saranno compensati di più gli editori che producono contenuti informativi di maggior pregio. Alcuni potranno arrivare anche ad essere compensati con una quota del 70% della raccolta pubblicitaria. Per fissare l’equo compenso l’Agcom valuterà una serie di criteri oggettivi: le visualizzazioni delle pubblicazioni digitali, la rilevanza dell’editore sul mercato (in termini di audience on line), il numero dei giornalisti dipendenti, gli investimenti tecnologici e infrastrutturali, l’adesione a standard internazionali in materia di qualità dell’informazione, la lotta contro le fake news, l’anzianità che l’editore e le sue testate vantano sul mercato, costi sostenuti dal prestatore di servizi per investimenti tecnologici e infrastrutturali.

Gli obiettivi dell’accordo

Per il Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, "l'approvazione del Regolamento Agcom sui criteri di determinazione dell'equo compenso in favore degli editori di giornali è un risultato importante e molto atteso, che completa il quadro della disciplina di attuazione della Direttiva Copyright, recepita nel nostro ordinamento più di un anno fa. In un contesto procedurale con tempi e modalità certe, sarà finalmente possibile, anche nell'ecosistema digitale, avviare e concludere negoziazioni eque, garantendo il dovuto riequilibrio nella distribuzione del valore del prodotto, senza pregiudicare la libera espressione degli utenti della Rete".

"Bisogna dare atto – ha aggiunto - dell'impegno profuso da Governo e Parlamento e della indipendenza e correttezza dell'operato dell'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni nel raggiungimento di questo traguardo fondamentale per il futuro dell'informazione e la sua sostenibilità - ha osservato Riffeser -. L'auspicio è che si apra ora una fase di confronto costruttivo tra tutte le Parti coinvolte, nella comune condivisione di una riforma necessaria al riequilibrio dell'intero sistema digitale".

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