Un’inversione di rotta c’è stata, ma non è ancora abbastanza. La sfida di un futuro green, infatti, fa intravedere una strada ancora molto lunga, con alcuni buoni risultati già raggiunti e altri, parallelamente, su cui bisognerà ‘premere sull’acceleratore’ affinché la mobilità del futuro diventi sempre più sostenibile, elettrica e digitale, così come la sognano le nuove generazioni.

Lo dimostra l’analisi del Centro Studi di AutoScout24 su base dati ACI, realizzata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente: se nel 2022 le auto ibride ed elettriche in circolazione hanno raggiunto quota 1.715.000 vetture (+49,2% sul 2021), il dato risulta “dolce amaro” se paragonato al totale, dove queste ultime rappresentano solo il 4,3%, con le elettriche che si fermano allo 0,4%.

Ma non è finita. Sempre nel 2022 sono circa 20,18 milioni le vetture in circolazione con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore (oltre la metà sul totale), di cui quasi 4,41 milioni addirittura Euro 0-1 (11%).
Anche considerando l’età media, quattro auto su dieci, pari a circa 15,84 milioni, hanno 15 anni o più. Uno scenario fra luci e ombre, insomma, dove ad alimentare la diffidenza degli italiani verso il mondo delle full electric, da ciò che emerge, è la scarsa autonomia delle batterie (per il 35% del campione) e il costo elevato (33%): una grande sfida per l’automotive, per cui bisognerà investire in infrastrutture e tecnologia per avvicinarsi con sempre più consapevolezza allo storico traguardo del 2035, con il blocco della produzione di auto nuove termiche alimentate a benzina e diesel a favore dell’elettrico e degli e-fuel.
Ci sono ancora dodici anni a separare gli italiani da questa data, ma l’attenzione deve e dovrà rimanere alta: se il 2035 fosse fra sei mesi - secondo gli ultimi dati AutoScout24 – si realizzerebbe una vera e propria corsa per accaparrarsi modelli benzina e diesel di ultima generazione, nuovi o usati recentissimi, in modo tale che gli automobilisti possano continuare a utilizzare questo tipo di alimentazioni. Anche previsioni di questo tipo, quindi, aiutano a comprendere quanto sia ancora lunga la strada verso un vero e proprio cambiamento, spesso frenato dal fattore economico che, tutt’ora, si rivela un aspetto fondamentale per gli automobilisti: a favorire la sostituzione di un’auto datata però – oltre agli incentivi - un aiuto arriva proprio dal mondo digitale, dove grazie all’ampia disponibilità non solo di auto nuove ma anche usate ibride, elettriche, benzina e diesel di nuova generazione, i consumatori possono e potranno acquistare vetture di qualità a prezzi più contenuti, contribuendo significativamente al processo di “svecchiamento” del parco auto circolante.
Auto ibride ed elettriche, come prima sottolineato, rappresentano il 4,3% del totale lungo lo Stivale. Ma qual è la situazione regione per regione? Le elettriche “pure” rappresentano la quota minoritaria (0,4%), e solo in Valle d’Aosta e in Trentino-Alto Adige si supera l’1% sul totale di auto in circolazione. Se si considerano invece le ibride ed elettriche insieme, al primo posto troviamo sempre la Valle d’Aosta con il 19,5% delle vetture circolanti nella regione, seguita dal Trentino-Alto Adige (13,3%). Al contrario, agli ultimi posti troviamo tutte regioni del Sud, tra cui la Campania (0,9%), il Molise (1,1%), la Sicilia (1,1%) e la Calabria (1,1%). Le regioni che hanno visto nel 2022 la crescita maggiore di auto ibride ed elettriche rispetto al 2021 sono la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige, aumentate rispettivamente del +158,1% e +72,3% Lente di ingrandimento alla mano, il livello quantitativo maggiore di vetture più datate (Euro 0 e 1) si registra in Campania (731.442) e Sicilia (567.676). Anche se si considera il tasso di vetture Euro 0 e 1 sul totale in circolazione nella regione, il valore più alto si registra sempre in Campania, con il 20,2%, seguita dalla Calabria (18,7%) e dalla Sicilia (16,5%). Ancora una volta la situazione è decisamente migliore in Valle d’Aosta (2,7%) e in Trentino-Alto Adige (3,3%).