Mercoledì 24 Aprile 2024

Alitalia, Di Maio: "Tesoro dentro al 15%". Ma Tria lo gela

Il vicepremier presenta il piano di rilancio per la compagnia di bandiera: una newco con Mef e Ferrovie. Ma Tria: "Delle scelte del Tesoro parla il ministro e io non ne ho parlato"

Un aereo Alitalia (Newpress)

Un aereo Alitalia (Newpress)

Roma, 12 ottobre 2018 - Attriti nel governo sul progetto di rilancio di Alitalia, che questa mattina Luigi Di Maio ha illustrato al Mise, davanti ai sindacati. Per il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico la nuova azienda avrà una quota statale: creeremo una newco (una nuova compagnia) con il ministero del Tesoro azionista al 15%, annuncia Di Maio. Nel capitale entrerebbero anche Ferrovie dello Stato, che oggi ha presentato una manifestazione di interesse non vincolante, e un partner straniero. Ma sul coinvolgimento del Mef, interviene prontamente il ministro dell'Economia Giovanni Tria: "Io penso che delle cose che fa Tesoro debba parlare il ministro dell'Economia. Io non ne ho parlato".

IL PIANO DEL GOVERNO - Il governo stringe sul dossier Alitalia e punta a tagliare il traguardo del 31 ottobre prossimo, giorno in cui scade la procedura di vendita, con una soluzione per il futuro della compagnia in amministrazione straordinaria. Soluzione che vedrebbe l'ingresso dello Stato nel capitale della newco, e di altre aziende pubbliche, Fs in primis e Cdp, e l'arrivo di un partner industriale internazionale (sul tavolo sono giunte "tantissime disponibilità, anche da compagnie comunitarie"). E' questa la rotta tracciata da Luigi Di Maio in vista delle prossime cruciali scadenze per l'aviolinea, confermata sostanzialmente dal premier Giuseppe Conte. 

Ai sindacati Di Maio ha assicurato un piano di lungo termine e la massima tutela dei lavoratori. "Se si farà una bad company non riguarderà i dipendenti. Voglio dirlo chiaramente", precisa. Così da "salvaguardare i livelli occupazionali". 

L'obiettivo non è solo quello del "salvataggio" ma del "rilancio", con la previsione di un investimento complessivo fino a 2 miliardi di euro.  "Arriveremo alla scadenza del 31 ottobre - spiega il ministro in un`intervista al Sole24Ore - con una manifestazione di interesse con offerta vincolante per Alitalia". Nessuna proroga è prevista per il prestito ponte da 900 milioni concesso dal precedente Governo e che dovrebbe essere restituito da Alitalia entro il prossimo 10 dicembre. "Il ministero dell`Economia - spiega ancora Di Maio - convertirà in equity (azioni ndr) parte del prestito con cui coprirà la quota del 15% di partecipazione nella Newco". 

Conferma la partecipazione pubblica il sottosegretario ai trasporti Armando Siri: "Non immaginiamo uno Stato con una quota superiore al 15-20%", afferma, escludendo l'idea di arrivare al 51% come indicato in passato dal ministro Toninelli. 

TRIA INDISPETTITO - Ma Di Maio sembra aver fatto i conti senza l'oste. Sull'eventuale ingresso del Tesoro nel capitale di Alitalia spetta al ministro delle Finanze decidere: lo ricorda pubblicamente lo stesso Tria dal meeting annuale dell'Fmi a Bali, in Indonesia. "Delle cose che fa il Tesoro deve parlare il ministro dell'Economia. Io non ne ho parlato". 

Il vicepremier sgombra però il campo da possibili dissidi interni all'esecutivo. "Nel contratto di governo abbiamo previsto l'ingresso dello Stato attraverso soldi che già sono in Alitalia - dice Di Maio -. Così si andrà avanti, senza scontri, perché siamo d'accordo come ministri e come forze politiche e perché il presidente del Consiglio sostiene questa ipotesi. Avremo tutto il modo di arrivare all'obiettivo senza nessun tipo di scontro o di controversie". 

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