Venerdì 26 Aprile 2024

"Sono loro a indicare dove serve intervenire"

"Sono loro a indicare dove serve intervenire"

"Sono loro a indicare dove serve intervenire"

SALVATORE FILIPPO DI GENNARO (nella foto in basso), ricercatore all’Istituto per la Bioeconomia del Cnr di Firenze ed esperto di agricoltura di precisione (in particolare nell’ambito della coltivazione della vite), lavora con i droni già dal 2010. "All’inizio ce li costruivamo da soli", precisa. "Ma negli ultimi cinque anni la tecnologia ha fatto passi da gigante. Sono disponibili soluzioni commerciali a prezzi contenuti, equipaggiati con Gps ad alta precisione e fotocamere Rgb – simili a quelle presenti sugli smartphone – in grado di scattare immagini ad alta risoluzione spaziale".

Di Gennaro, quali requisiti hanno permesso ai droni di conquistare un ruolo da protagonisti nell’agricoltura di precisione?

"I droni sorvolano il campo a bassa quota, dunque riescono a scattare foto ed effettuare misurazioni più accurate, delineando con precisione le zone della coltivazione in cui c’è bisogno di un intervento fitosanitario, di un cambio del regime di irrigazione o di altre operazioni. È possibile anche lanciare più misurazioni al giorno, ad esempio per verificare lo stress idrico della pianta all’aumentare dell’irradiazione solare. Si tratta di uno strumento di monitoraggio molto versatile".

Qual è, in particolare, la sua utilità nella viticoltura?

"In enologia si parla spesso di ‘terroir’, termine francese che definisce un’area caratterizzata da condizioni naturali, fisiche, chimiche e climatiche in grado di favorire la crescita di uve differenti tra loro, a loro volta capaci di dar vita a vini diversi per struttura e aromi. Il drone osserva e descrive la variabile spaziale all’interno di uno stesso appezzamento, fotografando e mappando le eterogeneità e consentendo così all’agronomo di formulare strategie diverse, ad es. per concimazione, irrigazione e altri lavori sulla pianta".

I droni cambieranno il modo di fare agricoltura?

"Lo stanno già facendo, soprattutto in virtù del loro basso costo (un prodotto base costa circa 5mila euro, ndr). Non è detto che siano una soluzione applicabile a tutti i casi, ma un dato certo c’è: l’agricoltura italiana è matura e pronta a intraprendere la sfida rivoluzionaria delle nuove tecnologie".

m. d. f.