Giovedì 25 Aprile 2024

Florovivaismo e fondi Pnrr Chance per città più verdi

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SE L’ARTE DEI GIARDINI italiani è un must nazionale, anche il florovivaismo rappresenta una vera e propria eccellenza tricolore. Apprezzato in Europa e nel mondo, tanto che l’export di piante, fiori e fronde vale un miliardo di euro, mentre la produzione italiana costituisce il 15% della intera produzione comunitaria. Un’occasione davvero unica di sviluppo del comparto arriva dai fondi europei per la forestazione urbana che il Pnrr ha quantificato in 330 milioni di euro. Aderendo all’Agenda europea 2030 per il Green Deal, il florovivaismo potrà dare un contributo rilevante alla forestazione urbana con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico, aumentare lo stoccaggio di Co2, assorbire le polveri sottili e migliorare l’estetica delle città. "Serviranno – spiegano gli esperti – dunque alberi di assortimento varietale e dimensionale adatto ai diversi impieghi e alle diverse condizioni geopedologiche e climatiche e si dovranno valorizzare le capacità produttive delle imprese, qualificare la varietà delle piante e migliorare la sostenibilità, dal vivaio alla messa a dimora nelle città".

Il florovivaismo italiano esprime il 6% della intera produzione agricola nazionale, per un valore di 2,5 miliardi di euro, e vi operano 21.500 imprese: 14 mila producono fiori e piante in vaso e 7.500 piante per il vivaismo. Nei primi due mesi del 2022 il fatturato è stato positivo, in linea con il primo bimestre 2021, mentre nel periodo marzo aprile si è avuta una flessione del 34%. Anche l’export ha fatto registrare, nel secondo bimestre 2022, una flessione del 5%: la domanda proviene soprattutto da Olanda, Germania, Francia, Austria, mentre è in calo l’export verso l’Europa meridionale e, naturalmente, verso la Russia e l’Est europeo. Sui mercati esteri si esportano principalmente piante medio-grandi riprodotte e coltivate in Italia, piante sempreverdi, piante a forma, arbusti ornamentali, rose, piante da frutto. Pesano gli aumenti, causati dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi, dei costi di produzione, l’aumento dei prezzi delle piante, il diminuito potere d’acquisto dei consumatori, la difficoltà nel reperimento dei mezzi tecnici e, per quanto riguarda l’export, l’aumento dei costi di trasporto delle piante. Presentando la grande fiera di settore, il Flormart a Padova (21-23 settembre 2022) , il ministro Stefano Patuanelli ha ricordato che il Pnrr "è ormai entrato nella sua fase esecutiva e il settore florovivaistico, che può contribuire alla transizione ecologica, è chiamato a una progettazione di medio e lungo periodo: dai giardini verticali, al riutilizzo degli spazi industriali, passando per il vertical farming, la logistica e le tecniche sostenibili. Per sostenere questo processo la legge di bilancio 2022 ha previsto la proroga per il triennio 2022-2024 del Bonus Verde con la detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per la cura del verde".

A partire da quest’anno, Flormart sarà organizzata dal gruppo Fiere di Parma, come riferisce il Ceo Antonio Cellie: "Dopo l’alimentare e il meccano-alimentare anche il florovivaismo è un settore strategico per Fiere di Parma. Flormart diventerà quello che Cibus è per l’agroaIimentare italiano, ovvero un evento iconico per le imprese e i distretti del settore". Dal mondo dell’associazionismo si levo anche voci preoccupate. Mario Faro (Coldiretti) punta il dito sui costi di produzione "con il 15% delle aziende floricole che è a rischio". Mentre Aldo Alberto (CIA Liguria) dice che "è necessario puntare su innovazione e mercati anche al di fuori del continente europeo. Ritengo inoltre sia fondamentale attivare proposte che coinvolgano gli Enti pubblici, Comuni in primis".