Mercoledì 24 Aprile 2024

Zelensky irrompe a Cannes "Serve un nuovo Chaplin"

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Si è collegato con Cannes e il suo intervento ha avuto l’effetto di una vera e propria scossa. Quando sul finire della cerimonia di apertura del 75o festival del cinema l’attrice Virginie Efira a sorpresa il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, l’impatto è stato potente. Zelensky non ha parlato solo in generale delle sofferenze del suo popolo, delle tragedie in corso a Mariupol con l’acciaieria Azovstal, ma si è rivolto proprio al mondo del cinema, ai cineasti e li ha chiamati in causa direttamente, anzi alle armi. Ha citato il regista Mantas Kvedaravicius, morto in Ucraina e il cui documentario Mariupolis 2 è stato terminato dalla compagna Hanna Bilobrova e che sarà presentato al festival in una proiezione speciale nei prossimi giorni a dimostrazione, ha detto, "che l’inferno è l’inferno". Ma soprattutto ha chiesto al cinema di "non restare muto". "L’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno. Siamo in guerra per la libertà", ha detto Zelensky citando Il Grande Dittatore in cui si parodiava Hitler, accolto da una standing ovation: ""Serve un nuovo Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto" Zelensky si è rifatto ancora alle evocazioni cinematografiche "Mi piace l’odore del napalm al mattino", ha detto citando Apocalypse Now. Prima del collegamento con Kiev ci aveva pensato il discorso forte, al solito empatico, di Vincent Lindon che quest’anno presiede la giuria che assegnerà la Palma d’oro il 28 maggio, a far capire quanto l’apparenza glamour di Cannes, sia stata ‘bucatà dalla tragedia reale della guerra.