Sabato 27 Aprile 2024

"Voti cambiati per favorire gli amici". Nuova bufera sugli arbitri di calcio

Due giacchette nere costrette a smettere. Ora accusano gli organi tecnici della Serie B della scorsa stagione

L’ex arbitro di Serie A Daniele Minelli

L’ex arbitro di Serie A Daniele Minelli

Roma, 3 maggio 2021 - Una ‘manina’ che si muove nell’ombra. Voti che si gonfiano e sgonfiano per favorire o stroncare carriere arbitrali. Riunioni segrete via chat per ‘scolpire’ il giudizio sulla prestazione dei nostri fischietti e rimodellarlo a seconda dei nomi in ballo. Se le accuse contenute nella denuncia presentata alla Procura di Roma da Daniele Minelli e Niccolò Baroni – arbitri di serie B costretti a smettere al termine della scorsa stagione – trovassero riscontro nel lavoro degli inquirenti potremmo trovarci di fronte a un vero e proprio terremoto.

Minelli e Baroni, fino allo scorso anno in servizio nella Can B – quando gli organici degli arbitri di A e B erano ancora divisi, quest’anno sono invece un corpo unico – nella loro denuncia di otto pagine (con una serie di screenshot di WhatSapp in allegato) sostengono che i loro voti e quelli decisi per alcuni colleghi a rischio di dismissione al termine della scorsa stagione sarebbero stati manipolati per orientare la graduatoria finale. A quale scopo? Secondo l’accusa, per favorire la promozione in A di Eugenio Abbattista che, per limiti di anzianità non avrebbe potuto arbitrare ulteriormente in B, e Ivan Robilotta, lo scorso anno ultimo in graduatoria di rendimento tra i fischietti della serie cadetta, il cui voto sarebbe stato gonfiato per evitare di bruciarne la carriera dopo un solo anno di Serie B.

E come fanno? Semplice. Secondo l’accusa gonfiando il voto di Spezia-Chievo dei playoff di B dell’11 agosto scorso, match per il quale Abbattista ottiene il massimo dei voti, 8,70, da Riccardo Di Fiore, l’uomo incaricato di misurarne la prestazione. Con quell’arbitraggio perfetto, Abbattista balza al terzo posto delle classifiche di rendimento ed evita la dismissione per limiti di età, perché il regolamento prevede la deroga in caso di risultati finali di altissimo livello. E Robilotta? Per lui ci si appella a una norma che permette di salvare i ‘rookies’, mossa che condanna Minelli e Baroni alla dismissione. I due non ci stanno e si rivolgono al Tribunale federale ma la storia finisce lì. Finché nel gennaio scorso Riccardo Di Fiore li contatta e dice che lui 8,70 ad Abbattista non l’ha dato. Lui ha scritto 8,60. I due incassano ma aspettano conferme. E le hanno quando riescono a mettere le mani su referto dell’osservatore arbitrale: il voto è 8,70. Da lì, parte tutto.

Un’accusa gravissima, che chiama in causa la commissione tecnica di Serie B diretta fino alla scorsa estate dall’ex arbitro Emidio Morganti, oggi fuori dai quadri arbitrali assieme all’intera commissione dopo la sconfitta di Marcello Nicchi nella sfida ‘for president’ con Alfredo Trentalange. Nel mirino in particolare gli screenshot della chat tra i membri della commissione, nella quale si leggono gli ‘inviti’ alla correzioni di voti delle ultime partite dati dagli osservatori o dagli stessi membri della commissione con lo scopo – secondo la denuncia di Minelli e Baroni – di alterare la classifica finale e creare i presupposti che determineranno la dismissione degli stessi Baroni e Minelli. "Devi togliere un 8,60 e mettere un 8,70", "Prova Abbattista 8,70", "Secondo me occorre mettere 8,70 a Sacchi, Fourneau e Abbattista", sono alcuni dei messaggi contenuti negli stralci di conversazione della chat ‘Commissione Can B’ contenuti nella denuncia dei due ex arbitri.

Riemerge alla memoria il caso Gavillucci, l’arbitro che in cinque mesi durante la gestione Nicchi passò a dirigere Sampdoria-Napoli alle partite degli Allievi regionali e dismesso dalla Can A nel 2018 per ‘valutazioni tecniche’ da lui contestate in ogni sede. E, mentre la Procura Figc indaga in stretta collaborazione con la ‘nuova’ Aia di Trentalange, ricordiamo proprio le parole di quest’ultimo nel giorno in cui – era il 14 febbraio scorso – ha messo al tappeto Marcello Nicchi nella corsa alla presidenza dei fischietti: "Il tema della trasparenza è centrale. Renderemo pubblici, bilanci, retribuzioni e contratti. Condivideremo con arbitri e assistenti in tempo reale i voti, le posizioni in classifica, le relazioni degli osservatori per evitare che a fine stagione ci siano anomalie...". Parole che oggi assumono un significato drammaticamente profondo.