Sabato 27 Aprile 2024

"Vi porto con me". Uccide moglie e figlioletto

Trentanovenne fa una strage in casa e tenta il suicidio. Non accettava che lei lo stesse lasciando. Il biglietto: "Teodora, senza di te non vivo"

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di Viviana Ponchia

"Vi porto via con me", ha scritto in un biglietto dopo avere ucciso moglie e figlio e prima di tentare il suicidio. Invece lui è rimasto. Ha cercato di tagliarsi le vene dei polsi, ingerito un liquido tossico e poi si è buttato dal balcone di casa, cavandosela con una frattura allo sterno e una prognosi di 60 giorni. Ora è piantonato in ospedale. "Una scena agghiacciante", hanno detto i carabinieri entrando nell’appartamento di via Barbaroux a Carmagnola, vicino a Torino, dove la coppia viveva da sei mesi.

Vito Alexandro Riccio, rappresentante di 39 anni, era ferito sul pianerottolo. Dentro, i corpi senza vita di Teodora Casasanta (sul letto, per cui non si presume una lite), coetanea del marito e operatrice socio sanitaria, e del piccolo Ludovico di 5 anni. Li ha massacrati alle tre del mattino con tutti gli oggetti che si è trovato sotto mano in preda a una furia cieca. Lei voleva lasciarlo e lui non accettava la fine del matrimonio. Stesso copione della strage dei primi di novembre nella vicina Carignano: allora Alberto Accastello, operaio quarantenne, aveva sparato nel sonno ai gemellini di due anni e alla moglie Barbara di 38 e poi si era ammazzato con la stessa pistola.

È l’anomalia piemontese confermata dal Viminale: nei mesi del lockdown in tutta Italia gli omicidi sono calati e qui è esplosa invece la violenza familiare. A marzo Franco Necco, un ex vigile urbano di 66 anni, aveva premuto il grilletto contro la moglie Bruna e il figlio Simone per poi suicidarsi: temeva che il ragazzo, disoccupato, senza mamma e papà non ce l’avrebbe fatta. Ad agosto Chiara Rollo, ingegnere di 33 anni, aveva ucciso la madre Luana e si era tolta la vita lanciandosi dal nono piano di un palazzo di corso Racconigi a Torino.

Gli amici di Alexandro Riccio spiegano che era entrato in una crisi profonda, postava su Facebook pensieri che poi cancellava, diceva frasi senza senso. "Chiedo scusa alla mia famiglia, ho commesso tanti errori". E questo prima. Un ragazzo particolare, dicono in paese, molto intelligente ma senza senso della misura. Era cresciuto a Nichelino, in quella periferia satellite della città dove nel 2014 si era candidato nella coalizione di centrosinistra che sostena l’ex sindaco Angelino Riggio. A pochi giorni dal voto si era tolto dalla lista dicendo di essere stato candidato a sua insaputa, poi aveva fatto di nuovo marcia indietro.

A due anni dal matrimonio era tornato a vivere lì, ma quella volta la crisi con Teodora era stata risolta, lei sembrava averlo perdonato. Nessuno poteva pensarlo assassino. Una bella famiglia, confermano come sempre in questi casi nel bar sotto casa, il Chantilly. Domenica erano tutti e tre lì a fare colazione, lui era preoccupato per la pandemia e il lavoro, i discorsi che fanno tutti i clienti. Nell’ultimo manoscritto l’amore per Teodora e la rabbia per la fine del rapporto. I carabinieri sono stati avvisati dai vicini di casa svegliati dalle urla, sui social si è scatenata la rabbia: "Hai ucciso due angeli, assassino. Speriamo che in carcere tu posso trovare il tuo". "Come hai potuto?". E sotto l’immagine di Ludovico, biondo e con gli occhiali da grande: "Riposa in pace Cucciolo, avevi una vita davanti a te e invece chi doveva proteggerti ti ha ucciso. Non ci sono parole".