Sabato 5 Luglio 2025
Aldo Baquis
Cronaca

Vendetta (flop) di Khamenei

Attaccate basi Usa in Qatar. Poi Trump annuncia: "Cessate il fuoco"

Vendetta (flop) di Khamenei

Tel Aviv, 24 giugno 2025 – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che Israele e Iran hanno raggiunto un "cessate il fuoco totale" per dodici ore, al termine delle quali la guerra tra i due Paesi "sarà considerata conclusa". È questa la notizia arrivata poco dopo la mezzanotte (ora italiana) che ha ribaltato il verso di un altro giorno di guerra tra Iran e Israele-Usa. La de-escalation, ha fatto sapere il tycoon su Truth prenderà la forma di 12 ore di stop ai combattimenti, al termine delle quali ci sarebbe la pace.

Attaccate basi Usa in Qatar
Attaccate basi Usa in Qatar

Eppure, la giornata di ieri era sembrata andare in una direzione opoposta. All’attacco ordinato da Trump contro il centro nucleare di Fordow l’Iran aveva reagito con un proprio attacco contro la base militare Usa el-Udeid nel Qatar, il cui spazio aereo era stato chiuso per tempo. "Abbiamo condotto un attacco missilistico potente e distruttivo contro un’importante componente strategica, la principale base aerea Usa nel Vicino Oriente", avevano affermato i pasdaran. Nel clima di tensione crescente quella base era stata già evacuata. Mentre a Doha veniva proclamato lo stato di allerta, le difese aeree del Qatar erano riuscite ad intercettare alcuni missili. Almeno tre, secondo l’Iran, erano esplosi in quella base, ma senza provocare vittime. Trump, però, già dopo alcune ore dall’attacco aveva fatto sapere che non avrebbe più risposto alle provocazioni iraniane. "Voglio ringraziare l’Iran per averci avvisato tempestivamente, il che ha permesso di non perdere vite umane e di non ferire nessuno. Forse – così il tycoon, cambiando i toni – l’Iran può ora procedere verso la pace e l’armonia nella regione e incoraggerò Israele a fare lo stesso".

E Israele? L’aviazione dello stato ebraico era impegnata contro le strutture del regime degli ayatollah. Esauriti tutti gli obiettivi di primaria importanza militare – le batterie antiaeree, gli arsenali di missili balistici e i loro lanciatori, nonché decine di stabilimenti nucleari sparsi in tutto il territorio iraniano – gli aerei da combattimento israeliani avevano sganciato a Teheran ed in altre città 100 bombe colpendo in rapida successione il quartier generale delle Guardie della Rivoluzione (dove molti Pasdaran sarebbero rimasti uccisi), e il comando dei Basij, la milizia dei volontari. Altri attacchi erano stati diretti contro la tv pubblica Irib e contro l’Alborz Corps, uno dei responsabili del mantenimento della stabilità del regime. Ma l’attacco più eclatante era stato quello diretto contro il lugubre carcere di Evin, un immenso complesso in cui sono reclusi migliaia di prigionieri fra cui centinaia di oppositori del regime. Le bombe hanno divelto due cancelli di ingresso, ma non hanno investito l’interno.

Anche se l’abbattimento del regime degli ayatollah non rientra fra gli obiettivi annunciati per la sua offensiva in Iran (la rimozione della minaccia nucleare e di quella dei missili balistici) è apparso evidente che Israele vedrebbe con favore la caduta di Ali Khamenei. Gli attacchi sferrati a Teheran contro "gli strumenti di oppressione del regime" – secondo il ministro della difesa Israel Katz – rappresentano una ritorsione ai lanci di missili iraniani ripresi ieri contro città israeliane. Più esplicito il ministro degli Esteri Gideon Saar che – pubblicando su X l’immagine del bombardamento di Evin – ha esclamato (prendendo in prestito la terminologia del presidente argentino Milei, suo amico): "Avevamo avvertito di non colpire i nostri civili. La nostra risposta: Viva la libertad, carajo!".

Queste reazioni non erano affatto emotive. La ministra per l’intelligence Gila Gamliel (Likud) ha infatti diffuso sul web un video in cui appariva con la bandiera storica dell’Iran, col leone e il sole: un riferimento al regno dello scià che manteneva strette relazioni con Israele. "Dobbiamo proseguire la nostra campagna – ha spiegato Gamliel – per creare le condizioni necessarie per l’espulsione degli ayatollah". La Cnn, però, già ieri sera (ora italiana) aveva avanzato l’ipotesi che Tel Aviv fosse disposta alla de-escalation. Le parole di Trump sembrano andare in questa direzione.