
Al lavoro anche nelle ore più calde
Bologna, 4 luglio 2025 – Un caldo senza tregua. E se il termometro di una farmacia segna 38 gradi, passeggiando per Bologna la percezione è che siano molti di più. Soprattutto in viale Aldo Moro, a pochi passi dalla sede della Regione, dov’è in corso uno dei cantieri del nuovo tram, finanziato da fondi Pnrr. Sono all’incirca le 14, in questa zona non si respira da almeno un paio d’ore, eppure qualcuno resiste, sfidando il caldo estremo. Le palpebre di un addetto ai lavori iniziano a sbattere all’impazzata: il sudore gli è finito negli occhi. La sua testa gira e le gambe sono ferme, mentre il volto diventa paonazzo. Non gli resta che sbuffare, passarsi la mano sulla fronte e muovere la maglietta per farsi aria. Anche se la soluzione più semplice sarebbe fermarsi. Qualcuno, finalmente, posa la pala e si accascia all’ombra. Un operaio beve, seduto sul marciapiede, un altro si allaccia il turbante e, dopo aver mangiato, riprende come se fosse una normale giornata di primavera.
Eppure primavera non è. È anzi una delle estati più calde di sempre e, in una Bologna disseminata di cantieri, non sono pochi gli operai che continuano a lavorare senza paura anche nelle ore più roventi, dalle 12,30 alle 16. Non rispettando, dunque, l’ordinanza anti-caldo della Regione Emilia-Romagna. Partita il 2 luglio, la norma prevede lo stop al lavoro in tutta la regione fino al 15 settembre, nelle ore più calde in condizioni estreme di esposizione prolungata al sole, per cantieri edili e affini, nell’agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica. In diversi cantieri bolognesi pare che nessun lavoratore ne sia a conoscenza: "Ma tanto noi lavoriamo con i turni e facciamo molte pause", rispondono loro. Eppure "il nostro sistema di controlli è all’opera per garantire la massima ricezione della normativa. Ma serve la collaborazione di tutti per garantire salute e sicurezza degli operai", assicura l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Paglia.
In via San Donato, l’azione delle maestranze non si ferma e alle 14,30 si continua a scavare. Un gruppetto in pausa si è invece radunato sotto un albero per mangiare dei ghiaccioli. In via Massarenti c’è un cantiere ‘semplice’, di rifacimento della strada: qui lo stop nelle ore più calde viene rispettato alla lettera. In zone del centro storico come via Indipendenza, invece, un folto gruppo di operai al lavoro per il tram va a caccia di uno spazio fresco dove bersi un litro d’acqua tutto d’un sorso e mangiarsi un panino. Negli occhi dei più esperti il caldo quasi non esiste. Ma a esistere sono le scadenze, molto stringenti nel caso della tranvia perché i finanziamenti arrivano anche dal Pnrr e l’obbligo è concludere tutto entro metà 2026. Proprio per questo, è "volontà" del sindaco di Bologna Matteo Lepore modificare i turni di lavoro nei cantieri del tram, iniziando alle 6 e finendo alle 13. Un’idea sposata anche da Paglia ("La sicurezza e la salute degli operai devono essere al primo posto") e dai sindacati.
"È un buon passo, tutti gli altri sindaci regionali prendano esempio", spiega Giuseppe Ledda, segretario Fillea-Cgil Emilia-Romagna. Il sindacato annuncia anche di aver effettuato controlli in diverse città, riscontrando violazioni e segnalandole alla polizia locale. A tal proposito Ledda denuncia la presenza di cinque cantieri a Modena che hanno infranto l’ordinanza regionale. Di conseguenza chiama in causa il governo: "Dovrebbe avviare una discussione con l’Ue per prorogare le scadenze dei cantieri Pnrr colpiti da questa norma".