
Rispettata l’ordinanza che vieta le attività nelle ore centrali della giornata. Alcune aziende hanno deciso di anticipare i turni per evitare la calura .
Alle 13 passate, nel cuore di Milano il viavai di cittadini e turisti non si ferma nonostante le temperature da bollino rosso con picco di 35 gradi. Tra piazza Cordusio e via Dante c’è chi per cercare refrigerio si infila nei negozi con aria condizionata e chi siede all’ombra a bere una bibita ghiacciata. Gettonato il sottopassaggio della metropolitana per attraversare la strada o anche solo per concedersi una parentesi fresca tra pavè roventi. Piazza Cordusio è spaccata in due dalle reti del cantiere in corso. Ma tra quelle barriere qualcosa è cambiato da mercoledì, da quando è scattata l’ordinanza anti caldo della Regione Lombardia, valida fino al 15 settembre, che impone il divieto di attività lavorative all’aperto tra le 12.30 e le 16 per tutelare gli operatori esposti a sforzi fisici intensi, come quelli nel settore dell’edilizia, dell’agricoltura e del florovivaismo nei giorni di "rischio alto". Escluse dall’applicazione del divieto le attività urgenti e di pubblica utilità, purché siano adottate tutte le misure di prevenzione previste.
Ed ecco che tra i blocchi di pietra accatastati, ai bordi del cantiere sono spuntati gazebo per il riparo dall’ondata di calore e non si vedono operai in movimento sotto il sole cocente. Nella strada adiacente, gli ultimi terminano la posa di materiali (alle 13.30). Dopo, restano attivi solo gli escavatori, "che hanno l’aria condizionata. Chi li manovra è al fresco. Attorno, nessuno fatica sotto il sole" assicura uno dei lavoratori. Lo stop nelle ore più calde è necessario, mentre d’estate il cantiere avanza per "ricomporre l’unità della piazza, con il recupero dell’ellisse originaria disegnata da Luca Beltrami, ampliarne l’uso pedonale coinvolgendo il tratto sud di via Dante, riordinare e ripulire lo spazio dagli elementi di segnaletica e di arredo incoerenti o inutilizzati", aveva spiegato il Comune in una nota.
Da riqualificare 8.700 metri quadri, con anche il rinnovamento di circa 1.200 metri di binari del tram. Un’opera che terminerà tra ottobre e novembre. Poi la sospensione in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici, per riprendere l’estate prossima con le sistemazioni sul lato dei civici dispari di via Orefici. E chissà se il meteo sarà più clemente nel 2026. Tra piazza Sant’Ambrogio e via San Vittore, dove procedono i lavori di sistemazione superficiale a seguito dell’apertura della stazione M4 (dello scorso ottobre), di operai non se ne vedono. Alla mercé del sole, solo caschi gialli antinfortunistici. Nessun rumore di macchinari. Tutto è a riposo nel primo pomeriggio, in attesa di riprendere il lavoro il giorno seguente e nella speranza che di notte arrivi il temporale annunciato a rinfrescare un po’ l’aria. Deserto pure il cantiere in piazza Vetra, a ridosso del Parco intitolato a Papa Giovanni Paolo II, già Parco delle Basiliche: zero operai tra le reti metalliche vicino al verde, accanto all’uscita della M4. Sono già le 14, "il caldo è infernale", commenta un passante che sta per salire su un autobus, domandandosi se ci sia l’aria condizionata. In alcuni cantieri, come quello sopra la fermata di via Sforza, gli operai hanno anticipato l’inizio del lavoro alle 5.30 per terminare entro mezzogiorno.
Ma tra chi non si ferma ci sono loro: i rider. Una categoria che non rientra nelle tutele previste dall’ordinanza. Per i propri lavoratori, ieri, dopo le critiche, Glovo ha "deciso di disattivare temporaneamente a livello nazionale il sistema dei bonus previsti per le consegne effettuate nelle fasce orarie più calde della giornata", variabili in base alla temperatura, che aveva precedentemente introdotto come "misura compensativa".