Venerdì 18 Luglio 2025
Emanuele Baldi e Teresa Scarcella
Cronaca

Firenze, la rabbia degli operai. “Dieci ore sotto il sole. Impossibile resistere”

Firenze, le opere per il tram vanno finite entro il 2026

Firenze, operai al lavoro sotto il sole (New Press Photo)

Firenze, operai al lavoro sotto il sole (New Press Photo)

Firenze, 4 luglio 2025 – “Non si può lavorare così, dalle 9 di stamani sotto al sole. Stacco alle 17, ma ho già detto ai miei titolari che da domani non vengo più, con oggi chiudo. Il malore mica ti avverte, te ne accorgi quando caschi in terra...”. Gli operai dei cantieri fiorentini pensano ai loro colleghi morti in Spagna o, senza andare troppo lontano, a Brahim, ultima vittima di Bologna. E i loro visi si incupiscono. C’è chi addirittura pensa di lasciare l’incarico.

Firenze è crivellata di buche e transenne tanto che nei giorni scorsi la sindaca Sara Funaro ha chiesto ai cittadini, intrappolati un giorno sì e l’altro pure in code da psicodramma, di portare pazienza per il bene della città futura. Gran parte dei lavori sono legati alla realizzazione della nuova linea della tramvia, che dovrà allacciare la centralissima piazza della Libertà a Bagno a Ripoli. Sette chilometri e duecento metri di binari, più diciassette fermate da consegnare, chiavi in mano, etrno fine 2026, pena la perdita dei fondi Pnrr. Ecco perché le ditte devono correre come mai hanno fatto in passato. Ecco perché non ci si può fermare, neanche quando il sole picchia come un assassino.

Alle 15.30 sui lungarni, con la colonnina di mercurio che graffia con le unghie bollenti già quota 40, si rischia il colpo di calore anche solo a scambiare due parole con i ’forzati’ dei tubi e del catrame. L’ordinanza regionale impone lo stop ai cantieri edili dalle 12.30 alle 16, nelle giornate più a rischio, ma non per le pubbliche amministrazioni, per i concessionari di pubblico servizio, per i loro appaltatori, per interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia di pubblica incolumità. Ecco quindi che alcuni vanno avanti senza sosta se non per la consueta pausa pranzo dalle 12 all’una: “A volte si lavora anche dieci ore”. Come resistere? I pochi fortunati hanno l’ombra degli alberi dalla loro e va ancora meglio a chi guida i mezzi con l’aria condizionata. “I problemi maggiori sono per quelli che lavorano a terra, sotto al sole” ammette uno di loro indicando dall’altra parte della strada, dove i raggi ’incendiano’ i caschetti gialli. Contro l’afa possono poco: bere tanto, “anche dieci litri di acqua al giorno” scherzano.

“Abbiamo quella cisterna lì, che ci serve per impastare – aggiunge un lavoratore – peccato che sia al sole e con quell’acqua possiamo farci un tè”. “Io questa l’ho bagnata pochi minuti fa ed è già asciutta – aggiunge mostrando una bandana – mi rifiuto di mettere il casco, la testa ti ribolle dentro”.