Mercoledì 24 Aprile 2024

Vasco Rossi e il figlio condannato "Sentenza ingiusta, io credo a lui"

Un anno e 10 mesi a Davide, primogenito del rocker. Causò un incidente con due donne ferite e poi fuggì

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di Roberto Grimaldi

È una giustizia che non guarda in faccia a nessuno? Oppure è il contrario, guarda in faccia eccome, e se sei un personaggio famoso (se ne sei il figlio è ancora peggio) te la fa pagare facendoti pagare colpe non tue? È quello che ci si chiede all’indomani della sentenza del tribunale monocratico di Roma, nell’ambito del processo legato a un incidente avvenuto il 16 settembre 2016 a Roma, nella zona della Balduina. Protagonista Davide Rossi, 35 anni, figlio della rockstar Vasco Rossi.

Il giovane, alla guida di un’auto, in compagnia di due amici, non avrebbe rispettato uno stop andando a schiantarsi contro un’auto con a bordo due donne, rimaste ferite. Rossi è stato ritenuto colpevole non solo di lesioni personali stradali gravi, ma anche di omissione di soccorso, visto che, secondo l’accusa, dopo l’incidente se ne sarebbe andato lasciando l’amico sul posto a vedersela con l’arrivo di soccorsi e forze dell’ordine. Un anno e dieci mesi la pena, contro la quale il figlio del Blasco potrà ricorrere in appello.

Ma la versione di Davide Rossi sia del tutto diversa da quanto ricostruito dagli inquirenti. E non di poco. Da automobilista disattento e senza scrupoli, si trasforma così in vittima del sistema, con il padre (che di vita spericolata in questo caso non ne vuole sapere) che lo difende. "Purtroppo c’è stata una profonda ingiustizia – ha dichiarato Davide –. Io non ho fatto nulla, non guidavo, c’è un Cid a testimoniare questo, come è possibile che non venga preso in considerazione e vengano prese in considerazione dichiarazioni, e anche referti, usciti fuori molto dopo? È assurdo, non mi capacito. Non navigo nell’oro e non ho un lavoro stabile, i giornali hanno scritto cose allucinanti su di me, ma mi prendo pregi e difetti di essere figlio di Vasco. Purtroppo penso che tutto questo sia avvenuto anche perché mio padre è una persona in vista".

In pratica, il 35enne ha raccontato che non era alla guida dell’auto quella sera. Si è quindi limitato a verificare che fossero chiamati i soccorsi, per poi riaccompagnare a casa l’amica che era con loro, perché la trovava particolarmente scossa. Sul posto sarebbe rimasto l’amico, Simone Spadano, 30 anni, che invece sarebbe stato alla guida e che quindi ha provveduto a firmare il modello di constatazione amichevole. Ecco giustificato l’intervento di papà Vasco: "La sentenza mi sembra profondamente ingiusta perché sono state accolte solo le tesi dell’accusa – ha commentato il cantante –, sono convinto che Davide abbia detto la verità e ho fiducia nella magistratura che, spero, ristabilirà in appello la verità". Diametralmente opposta la ricostruzione dell’accusa: alla guida dell’auto che non ha rispettato lo stop e ha causato l’incidente, ci sarebbe stato proprio Davide Rossi, che però avrebbe convinto l’amico a prendersi la colpa rimandendo sul posto, mentre lui si sarebbe dileguato. Non a caso l’amico è stato condannato a nove mesi con l’accusa di favoreggiamento, per avere dichiarato il falso affermando che era lui al volante al momento dell’incidente.