Mercoledì 24 Aprile 2024

Ustica, 40 anni dopo la strage. L'appello di Mattarella: "Ricerca verità non si fermi"

Il capo dello Stato nel giorno dell'anniversario della strage: "Per risposte risolutive serve l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati"

I resti del Dc9 Itavia (Ansa)

I resti del Dc9 Itavia (Ansa)

Roma, 27 giugno 2020 - Nel giorno del quarantesimo anniversario della strage di Ustica arriva l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Non può e non deve cessare l'impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica". Lo dice in una nota il capo dello Stato, Sergio Mattarella. "La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare - prosegue Mattarella nella nota -. Nella ricorrenza dei quarant'anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale".

27 giugno 1980: la strage

Il 27 giugno 1980, pochi secondi prima delle 21, il DC-9 Italia, in volo da Bologna a Palermo, esce dai radar e precipita nel mare di Ustica. A bordo 81 persone, 4 uomini dell'equipaggio e 77 passeggeri tra donne, uomini e bambini. Due di loro hanno meno di due anni. Nessuno sopravvive. Il relitto dell'aereo sarà ritrovato a 3700 metri di profondità. Non subito ci si rende conto di quanto avvenuto quella sera. Non si parla subito di strage, ma per lungo tempo si crede al cedimento strutturale. Il 18 luglio 1980, sui monti della Sila, in Calabria, vengono ritrovati i resti di un caccia Mig 23 libico. Per anni si crede che sia caduto prima del 27 giugno, mentre oggi i magistrati ritengono che sia precipitato quel venerdì. Nel 1982 per la Commissione d'inchiesta ministeriale il DC-9 non ha subito un cedimento strutturale e una collisione in volo.

Bisogna aspettare il 1986 perché l'appello di alcuni parlamentari chieda di fare luce su quanto accaduto. L'avvio al recupero del relitto comincia il 29 aprile 1987. In quegli anni si alternano sospetti, silenzi e rivelazioni come quella del 6 maggio 1988 durante la trasmissione 'Telefono giallo', in onda su Rai3, quando un telespettatore rivela al telefono: "Ci fu ordinato di stare zitti". Il 22 febbraio 1988 nasce a Bologna l'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, la cui presidente è ancora oggi Daria Bonfietti, sorella di Alberto. Sulla vicenda incombe lo spettro che quella notte volassero due caccia libici di scorta all'aereo di Gheddafi: gli americani avrebbero abbattuto il DC-9 nel tentativo di colpire l'aereo del leader libico. E' questa l'accusa che Gheddafi rivolge agli Usa nel 1990. Nel 1992 vengono incriminati 13 ufficiali dell'Aeronautica: l'accusa è "attentato contro gli organi costituzionali e contro le assemblee regionali", con l'aggravante di alto tradimento e falsa testimonianza. Nell'agosto 1999 il giudice Rosario Priore firma la 'sentenza-ordinanza' con cui rinvia a giudizio 4 generali, Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo, e altri 5 ufficiali per i presunti depistaggi. Priore scrive che "il DC-9 e' stato abbattuto con un'azione di guerra non dichiarata". Il 30 aprile 2004 la Corte d'Assise di Roma assolve i generali da tutte le accuse e due di loro, Bartolucci e Ferri, saranno definitivamente assolti in Cassazione tre anni più tardi. Cade anche l'alto tradimento.

Nel 2008 la Procura di Roma riapre l'inchiesta dopo le parole di Francesco Cossiga che sostiene sia stato un caccia della Marina francese ad abbattere l'aereo. Il 10 luglio 2017, la Corte d'Appello di Palermo condanna Difesa e Trasporti a pagare 100 milioni alle famiglie. Poche settimane fa, grazie ad un'inchiesta di RaiNews, si è aggiunto un nuovo tassello in questa storia. Ripulendo l'audio del nastro della scatola nera del DC-9, sono state ricostruite le ultime parole di uno dei due piloti: "Guarda...cos'è?". Per anni quella frase era rimasta a metà. Come la verità che tutti aspettano.

Casellati: "Ustica merita giustizia"

«A 40 anni dalla strage che provocò 81 vittime innocenti, Ustica merita giustizia. Avevo fortemente voluto una riunione del Consiglio di Presidenza per la desecretazione degli atti ma purtroppo, nonostante la mia buona volontà, non si è raggiunto un accordo. Mi auguro si arrivi presto ad una definizione necessaria ad accertare i fatti e contribuire a fare quella chiarezza che l'Italia intera reclama». Lo dichiara il presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando la strage del 27 giugno del 1980. Casellati aggiunge: "Ogni giorno senza verità sul disastro del DC-9 dell'Itavia rappresenta una sconfitta per l'Italia e le sue istituzioni. Ai familiari delle vittime e all'Associazione che li rappresenta va tutta la mia vicinanza e il rinnovato impegno a mantenere viva la memoria".

Fico: "Quella notte in cielo fu guerra"

"Se non fosse stato per incessante richiesta di verità e giustizia da parte dei familiari delle vittime ci sarebbe stata un'altra storia e sarebbe stata una cosa grave, perché così uno Stato non riesce ad essere democratico". Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, nel suo intervento in consiglio comunale a Bologna in occasione del 40esimo anniversario della strage di Ustica. "Io come sapete non mi fermerò mai, perché questa non è una ricerca della verità che può appartenere ad una parte del Paese, è una questione di Stato e come tale va trattata. Sappiamo tutti ormai che quella notte sui cieli italiani c'è stata una vera e propria guerra e il Dc9 è caduto, con 81 vittime, e questo è inaccettabile. Se non fosse stato per i familiari delle vittime e per il giornalismo italiano oggi forse ci staremo raccontando un'altra storia, una storia impossibile da raccontare del danno del cedimento strutturale dell'aereo".