Venerdì 26 Aprile 2024

Un pass per le regioni rosse Si torna a cena nei ristoranti

Dal 26 aprile via libera ai locali all’aperto. Tampone o vaccino per muoversi nelle aree a rischio

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Il calendario delle riaperture è cauto ma progressivo e basato sul concetto, sottolineato da Draghi, di "rischio calcolato". "Le riaperture – sottolinea il presidente del Consiglio – sono una risposta al disagio di categorie e giovani e portano maggiore serenità nel Paese: pongono le basi per la ripartenza".

Tornano innanzitutto le zone gialle, sospese nell’ultimo decreto e che ora saranno gialle sì ma di un “giallo rafforzato“. Dal 26 aprile, sarà possibile pranzare o (novità attesissima) cenare, ma solo nei luoghi di ristorazione con tavoli all’aperto. Per mangiare nei ristoranti con tavoli al chiuso (solo a pranzo) bisognerà invece attendere il primo di giugno. In zona arancione e rossa sarà invece per ora mantenuta la sola possibilità di asporto. Nelle linee guida stilate dalle Regioni, e che dovranno essere vagliate dal Cts, è stato proposto un metro di distanza nei ristoranti all’aperto o al chiuso – se la situazione pandemica lo consente – per aumentare a due laddove la condizione di diffusione del virus si dovesse aggravare. Il Trentino ha invece anticipato la road map: bar e ristoranti da lunedì 19 aprile potranno offrire i propri servizi di ristorazione, negli spazi all’aperto, ma solo fino alle ore 18.00.

Le attività fieristiche riapriranno invece il primo luglio, e così sarà, con nuove linee guida, anche per fiere e congressi, stabilimenti termali e parchi tematici.

Dal 26 aprile saranno consentiti gli spostamenti tra regioni gialle mentre per gli spostamenti tra regioni di diverso colore servirà un pass – che anticiperà il pass europeo, che dovrebbe arrivare a giugno – che attesterà la sussistenza di una delle seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test Covid negativo in un arco temporale da definire, avvenuta guarigione. Chi otterrà il pass avrà la possibilità di spostarsi liberamente nel territorio nazionale e di accedere a determinati eventi riservati ai soggetti muniti del lasciapassare Covid. Non è ancora chiaro, però, se si tratterà di un certificato che sarà rilasciato da Asl, Regione o Ministero della Salute. Confermato invece il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, una misura che rischia di impattare con l’apertura serale dei ristoranti, riducendo l’orario di apertura (e di conseguenza, i ricavi).

Gli addetti ai lavori apprezzano le riaperture ma hanno anche l’amaro in bocca. "La direzione è giusta, ma dal governo ci aspettavamo più coraggio", sottolinea il direttore generale della Fipe Confcommercio, Roberto Calugi. "Il problema – osserva – è che riaprendo solo all’esterno si crea una discriminazione per chi lo spazio esterno non ce l’ha. Avere una data e poter servire la cena sono segnali importanti, soprattutto se irreversibili, ma ci preoccupa la penalizzazione per chi non ha tavoli all’aperto".

Le stesse problematiche le evidenzia Confesercenti. "Tra i pubblici esercizi – sottolinea il segretario generale, Mauro Bussoni – il 50% sarà contento, perché si tratta di un miglioramento per chi dispone di spazio esterno. Per l’altro 50% è invece di un arretramento, perché prima in zona gialla si poteva pranzare o servire l’aperitivo anche al chiuso, ora non più. Sembra l’andamento del gambero, un passo avanti per alcuni e uno indietro per altri".

Alessandro Farruggia