di Claudia Marin Il vice-ministro dell’Economia, Laura Castelli, si presenta agli Stati generali della natalità con il figlio neonato in braccio: "È sicuramente una gioia, siamo qui a raccontare la storia di una famiglia felice quale siamo". Carlo Calenda incalza: "Fare figli mi ha salvato la vita. La nascita di mia figlia ha avuto un effetto straordinario perché ero un giovane scapestrato". Ma è Enrico Letta a dare un doppio segnale politico alla kermesse romana e anche lui lo fa partendo da una chiave personale: "Ci sono dei momenti in cui ti fermi e fai dei piccoli bilanci su quello che hai fatto... La cosa più importante che ho avuto è fare tre figli". E – spiega il leader del Pd – per evitare la glaciazione demografica italiana "dovremmo avere due obiettivi: terzo figlio come regola e integrazione dei bambini nati fuori dall’Italia e che diventino italiani. Così potremmo far sì che la natalità non sia più un problema ma una soluzione". Un tassello per un piano della natalità al quale segue l’altro avviso: "Io penso che sia maturo il tempo per andare a rivedere l’Isee per il tema dell’assegno unico. È un’operazione che oggi ha uno squilibrio". D’accordo il viceministro grillino Castelli: "Penso si debba fare. L’Isee, così com’è strutturato, non è più attuale. È uno strumento che va rivisto in alcuni aspetti, soprattutto se pensiamo all’assegno unico. Con il passare degli anni lo stiamo utilizzando sempre più per far accedere i cittadini a moltissimi servizi. Lavoriamoci per migliorarlo". Ed ecco spuntare anche un’altra proposta-corollario: puntare sulla riduzione dell’Iva al 4 per cento sui prodotti e servizi per l’infanzia. Peccato, però, che principalmente quest’ultimo intervento appare destinato a rimanere sulla carta, se si considerano gli elevati costi di copertura che avrebbe. A far discutere, però, è il target ...
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