Giovedì 25 Aprile 2024

"Taglia sul ministro Crosetto" La Wagner alza il tiro contro l’Italia

I mercenari di Putin promettono 15 milioni di dollari. Aumentata la sorveglianza all’esponente di FdI. Solidarietà da tutte le forze politiche, ma il titolare della Difesa tira dritto: "Non serve a nessuno parlarne"

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ROMA

Che tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il regime di Putin non corresse buon sangue – basti pensare ai ripetuti scambi di accuse con l’ambasciatore russo in Italia – è ben noto. E così con i mercenari della Wagner, dei quali Crosetto ha denunciato l’uso fatto dal Cremlino per operazioni sporche nei teatri di crisi, dall’Ucraina, alla Siria, all’Africa.

E così la Wagner ha messo una taglia da 15 milioni di dollari su Crosetto, come confermato da fonti istituzionali. È quanto comunicato allo stesso ministro una decina di giorni fa, dopo una segnalazione dei servizi di intelligence italiani. Pronta la solidarietà dei colleghi di governo e non solo. "Inaccettabile, siamo tra il ridicolo e il criminale" ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Porta a Porta, a proposito della taglia. Lui da parte sua – in missione in Giappone – non nega, ma non calca la mano sulla notizia. "Ogni giorno – dice quando in Italia è sera – girano informazioni più o meno verisimili, più o meno piacevoli, che spetta a chi di dovere, a chi si occupa della sicurezza della Repubblica, verificare, approfondire e, se necessario, contrastare. Bastano loro. Parlarne pubblicamente non serve e non aiuta nessuno".

Non è certo una smentita. Crosetto – attorno al quale la prevenzione è stata discretamente innalzata, anche se gli addetti ai lavori evitano dettagli – non mostra eccessiva preoccupazione.

Del resto gli attacchi da Mosca erano già arrivati nei mesi precedenti con un culmine il 28 gennaio, quando lo stesso Crosetto era stato apostrofato come "uno sciocco raro" dal vice presidente del consiglio di sicurezza russo, il superfalco Dimitri Medvedev, dopo che il ministro della Difesa (che replicò a tono) aveva paventato i timori di un’escalation nel conflitto in Ucraina.

Infine c’è stato l’affondo di Prigozhin solo qualche giorno fa: il ministro della Difesa aveva denunciato assieme a quello degli Esteri, Antonio Tajani, le strategie da guerra ibrida del gruppo Wagner, accusato di spingere sull’aumento degli arrivi di migranti dall’Africa sulle coste italiane (una tesi che lo scorso anno fu avanzata dal Pd e che il centrodestra, Salvini in testa, aveva liquidato). L’oligarca russo aveva però negato tutto e replicato: "Abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci". E aveva insultato pesantemente Crosetto con la parola russa ’mudak’, che è bene non tradurre. Certo, da qui alla taglia, ce ne corre.

L’impressione è che la notizia giunta all’Aise, i servizi italiani per l’estero, sia concepita nel solco della ’guerra informativa’ per fare pressione su un governo italiano per nulla allineato con i desiderata del Cremlino, e quindi da colpire direttamente e indirettamente con tutti gli strumenti a disposizione della guerra ibrida. Resta comunque l’allerta sul rischio di azioni mirate, perché la brigata Wagner ha almeno due cellule in Europa con qualche decina di uomini in grado di staccarsi per compiere azioni: una nei Balcani, tra la Serbia e l’Albania, l’altra nei Baltici in Estonia

Alessandro Farruggia