Mercoledì 24 Aprile 2024

Svolta in Finlandia Vincono i conservatori Sanna Marin solo terza, boom dell’ultradestra

Petteri Orpo, leader del Pcn, dovrà formare un governo di coalizione. Miglior risultato di sempre per i ’Veri finlandesi’ guidati da una donna. Il Centro, quarto con l’11 per cento dei voti, sarà l’ago della bilancia.

Svolta in Finlandia  Vincono i conservatori  Sanna Marin solo terza,  boom dell’ultradestra

Svolta in Finlandia Vincono i conservatori Sanna Marin solo terza, boom dell’ultradestra

di Marco Principini

I Nazionalisti di centrodestra del Kokoomus rivendicano il successo nelle elezioni finlandesi (20,8% dei consensi), davanti ai Veri finlandesi dell’ultradestra (20,1%) e ai socialdemocratici della premier uscente Sanna Marin (19,9%), in crescita rispetto al 2019 ma beffati dal superiore exploit degli avversari. Alle 22, con un anticipo di circa due ore sull’ufficializzazione dei risultati e il 99,1% dei voti scrutinati, il leader nazionalista annuncia il successo personale e del partito. "È stata una grande vittoria – commento a caldo il 53enne conservatore –. Sulla base di questo risultato elettorale, cominceremo a negoziare il nuovo governo". La prassi finnica è infatti chiara. Le consultazioni per formare il governo spettano a chi la spunta. Stavolta incaricando il primo ministro in un mandato chiave, quello che battezza l’ingresso ufficiale della Finlandia nella Nato. Un evento storico a prescindere. Figurarsi a conflitto russo-ucraino in corso, per un Paese che ha oltre 1.300 chilometri di frontiera con Mosca.

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Le proiezioni dei voti in seggi vedono il partito della Coalizione nazionale a quota 48, tallonato dai Veri finlandesi con 46, mentre i socialdemocratici – inizialmente secondi per un soffio – sono fermi a quota 43. I 200 deputati dell’Eduskunta, il parlamento monocamerale di Helsinki, si annunciano quindi frammentati. L’ipotesi di una coalizione rosso-blu fra partito di Coalizione nazionale e Socialdemocratici allargata ai centristi, è quella statisticamente e politicamente più probabile. Compatibilità tematica accentuata, diversità di vedute solo sulla spesa pubblica. Certo, per Marin rinunciare al primo giro di consultazioni e alla candidatura a premier è uno smacco cocente, però compensato dalla possibile alleanza di governo.

Per la maggioranza servono 101 deputati sui 200. Sia il centrodestra vincitore sia i socialdemocratici sono in crescita di consensi rispetto al 2019, in un voto che ha diviso il Paese tra favorevoli e contrari ai tagli al welfare o alle misure di austerity per ridurre il debito, in un contesto di inflazione alle stelle e timori di recessione. Su questa polarizzazione hanno perso voti tutti i partiti della coalizione che sosteneva la giovane premier, con la disfatta dei Verdi e la tenuta fin sopra le attese solo del Centro (11,3%), che ora sarà decisivo nella formazione di una coalizione. I Veri Finlandesi, arrivati non lontani dal colpaccio, esprimono invece posizioni anti-migranti ed euroscettiche, a partire dalla richiesta di non rispettare l’impegno per la neutralità climatica nel 2035, senza poi rinnegare il vecchio obiettivo a lungo termine della ‘Fixit’, l’uscita dall’Ue (che farebbe a pugni con l’imminente svolta atlantista). "Il nostro miglior risultato di sempre", è stato il ringraziamento di Purra agli elettori, ora pronta a farsi sentore dalle fila dell’opposizione. Il suo risultato fa esultare in casa nostra la Lega (che però guarda anche oltre): "Crescono i nostri alleati mentre perde la sinistra. L’auspicio è che il prossimo governo possa condividere alcune nostre battaglie di buonsenso, come quella sui biocarburanti".

Notissima all’estero, popolare in patria, diventata nel 2019 – a soli 34 anni – la più giovane premier del mondo, l’uscente Marin è invece sconfitta. Ha guidato con successo la Finlandia attraverso le gravi crisi del Covid e della guerra in Ucraina, aprendo a Helsinki le porte della Nato. Approdo ormai certo dopo che Turchia e Ungheria, riottose per motivi diversi, hanno pronunciato l’atteso sì. Ma l’elettorato non ha grande memoria e si riserva di cambiare, nonostante Helsinki sia arrivata al traguardo dell’adesione prima di Stoccolma: la richiesta della Svezia di essere ammessa alla Nato è infatti ancora sub judice. Chi pensava che l’effetto Nato potesse pesare sulle urne ha tuttavia sbagliato i calcoli, perché la scelta è stata via via fatta propria dall’intero Paese.

Già nel 2019 Socialdemocratici, Finlandesi e Coalizione Nazionale erano arrivati testa a testa, ottenendo rispettivamente 40, 39 e 38 deputati. Allora era diventato premier Antti Rinne del partito di Centro. Ma la sua premiership era durata solo sei mesi a causa di dissidi interni al partito. E così Sanna Marin, che aveva appena conquistato la guida socialdemocratica, era diventata premier. Forse è un destino personale: mai dare nulla per scontato. Tantomeno la rielezione.