Mercoledì 24 Aprile 2024

Strangolata nella casa del vicino L’assassino voleva stuprarla

Rosa Alfieri, 24 anni, è stata trovata distesa con la maglia strappata e i pantaloni abbassati. Caccia ad un ragazzo di 31 anni che si era trasferito nel palazzo da meno di quindici giorni

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di Nino Femiani

Incomincia a fare buio quando i carabinieri della compagnia di Giugliano arrivano a sirene spente in via Risorgimento a pochi metri dall’Ufficio Postale di Grumo Nevano, Comune di 18 mila anime a nord di Napoli. In un appartamento al primo piano c’è Rosa Alfieri, una bella ragazza di 24 anni non ancora compiuti. È morta, strangolata. Ma la casa in cui viene trovata senza vita non è la sua, è quella di un vicino. Lei, infatti, abitava con i genitori al piano di sopra. Il corpo della ragazza è nella stanza da letto di Elpidio D’Ambra, 31 anni, ragazzo atletico. Di lui non c’è traccia. È scappato, irreperibile. Vengono sentiti i vicini, tutti giurano di non conoscere affatto Elpidio. "È venuto ad abitare qui solo da una quindicina di giorni. Qualche volta l’ho visto uscire con il borsone della palestra e un cappellino bianco calato in testa".

Bocche cucite tra gli inquirenti, a lungo trapela solo la conferma della morte violenta della ragazza, attirata con un sotterfugio nella casa di D’Ambra, all’interno di una vecchia palazzina nella centralissima via Risorgimento. Rosa, una ragazza dai capelli e dagli occhi scuri, è descritta come una persona gentile, disponibile e sempre sorridente, fidanzata con il proprietario di una tabaccheria poco distante. Inizia a piovere, la gente si accalca sotto il civico 1 incurante della pioggia fredda. Il paese è sotto choc, in tanti conoscono Rosa che svolgeva il suo lavoro in un negozio di abbigliamento al centro del paese. "Una bravissima ragazza, chi le ha fatto del male è un mostro, un orco schifoso. Rosa non aveva grilli per la testa, lavorava come commessa e poi aiutava il fidanzato in tabaccheria, le piaceva ballare e fare tutte le cose che fanno le ragazze della sua età. È veramente assurda una morte del genere", dice un’amica della mamma che non sa spiegarsi l’ennesimo femminicidio.

Arriva il medico legale, accompagnato dal magistrato di turno e, poco dopo, si diffonde l’orribile particolare: Rosa sarebbe stata uccisa perché ha resistito a un tentativo di violenza del vicino. Attirata con uno stratagemma nell’abitazione di Elpidio che avrebbe poi tentato di stuprarla. La ragazza, infatti, aveva i pantaloni abbassati, seminuda, la maglietta strappata in più punti. La voce del tentativo di violenza si diffonde in un baleno, mentre arriva il servizio mortuario. "Pare che la ragazza abbia resistito con tutte le sue forze e urlato per richiamare l’attenzione della madre che abita al piano di sopra. A questo punto lui l’avrebbe prima imbavagliata, per impedirle di gridare, e poi strangolata. Infine sarebbe scappato a piedi", dice una delle vicine.

Dieci minuti dopo la madre, non vedendo Rosa tornare, avrebbe bussato a tutte le porte del condominio. E scoperto il cadavere della figlia ai piedi del letto di D’Ambra. Scatta la caccia all’assassino. I carabinieri vanno a casa di alcuni parenti del giovane nella convinzione che il trentunenne non possa essere andato molto lontano. "Era diventato strano e violento da quando, a inizio di gennaio, era morta la madre. Da qual giorno non è stato più lui", dice uno che lo conosceva.