NINO FEMIANI
Cronaca

Decreto baby gang, ex giudice minorile: "La stretta non è l’unica soluzione. Intervenire sui motivi del disagio"

Melita Cavallo: abbassare l’età imputabile non risolve i problemi, dietro un bullo c’è spesso un bambino fragile. "Genitori in carcere se non mandano i figli a scuola? Piuttosto bisognerebbe aiutare di più le famiglie"

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Roma, 09 settembre 2023 – "Il giro di vite, l’inasprimento delle sanzioni e l’abbassamento dell’età imputabile sono provvedimenti che, a un certo punto, possono essere anche messi sul tavolo. Sicuramente con questo decreto c’è stato impegno da parte del governo, ma dobbiamo essere consapevoli che queste misure da sole non bastano se non c’è prima la comprensione del fenomeno, del perché tanti ragazzi delinquono. Questo decreto è una risposta parziale al disagio giovanile, ora c’è bisogno di intervenire sulla realtà e sui contesti in cui vivono questi adolescenti". A parlare è Melita Cavallo, ex presidente del Tribunale per i minori di Roma e figura storica nel dibattito sulle tematiche minorili, oltre che popolare e amato personaggio televisivo per essere stata ’giudice’ a Forum.

Si parla tanto dell’abbassamento dell’età imputabile. Lei è d’accordo?

"Sinceramente sono contraria all’abbassamento dell’età tout court. Per i minori non imputabili oggi già abbiamo la libertà vigilata e il riformatorio giudiziario. Prima di metter mano all’abbassamento, dobbiamo capire come funziona il riformatorio".

Ci dica lei come funziona.

"È una struttura che dovrebbe essere più ‘curata’ soprattutto nella parte che riguarda il personale. L’abbassamento dell’età imputabile può apparire una soluzione, ma non lo è se non si fa un lavoro a monte, sulle strutture di accoglienza e sulla qualità del personale che ci lavora. Inoltre, aggraverebbe notevolmente l’impegno dei magistrati e sovraccaricherebbe la filiera penale minorile, già al collasso".

Però i dodicenni di oggi sono i quattordicenni di 30 anni fa…

"È vero, ma valuterei meglio, senza farmi condizionare dall’emozione della cronaca, sentendo gli esperti. Ripeto: non sono contraria all’abbassamento, ma non credo sia la misura giusta. Non è che portando più ragazzi davanti a un giudice risolviamo il problema".

Intanto la violenza minorile è in crescita, a dispetto delle statistiche.

"È in crescita perché non funzionano la famiglia e la scuola. Che sappiamo di come questi ragazzi impiegano il tempo libero nelle periferie degradate? Nulla o quasi. Ci accorgiamo di loro solo quando delinquono perché erano finiti in balia di persone più forti e prepotenti che condizionano il loro tempo. Perciò indagherei più in profondità non solo sulle famiglie sfasciate, ma anche su quelle in difficoltà".

Si parla di carcere fino a due anni per i genitori che non mandano i figli a scuola. Provvedimento troppo severo?

"Non è certo mettendo il padre in carcere e azzerando i suoi apporti economici alla famiglia che si convincono i ragazzi ad andare a scuola. A meno che non sia un padre che spinge i figli a rubare o a delinquere. Queste famiglie vanno aiutate, anche dalle scuole, dai docenti che devono prendersi cura degli alunni e non girarsi, come in alcuni casi, dall’altra parte".

Vieterebbe le chat porno ai ragazzini?

"Alcuni di loro vedono sulle chat scene terrificanti, anche femminicidi e stupri. Sarei per un più stretto controllo dei cellulari, da questi apparecchi partono tante cose…. Un genitore deve controllare ed evitare che il cellulare resti la notte sotto il loro cuscino".

Alcune fiction sono state considerate modelli sbagliati. Che ne pensa?

"Sicuramente possono essere diseducative se gli adolescenti le vedono da soli. Se c’è, invece, un adulto responsabile con loro che spiega i passaggi più impervi, allora non vanno né chiuse né criticate".

Le baby gang spadroneggiano in alcune grandi città, Napoli, Palermo, ma anche Milano. Cosa si può fare?

"Occorre creare centri di aggregazione sociali e sportivi. Strutture che attirano i ragazzi. E chi segue questi adolescenti non deve badare solo ai muscoli, ma anche alla loro mente, deve essere un formatore solido, capace di aiutare il più bravo ma anche il più fragile".

I bulli nelle scuole mandati a "espiare" nelle Rsa per anziani. È d’accordo?

"Sicuramente. Però attenti: dietro a un bullo c’è quasi sempre un bambino fragile, che non ha mai ricevuto una carezza o un’attenzione".