Mercoledì 24 Aprile 2024

Seconde case: ok anche dai parenti (se vuote)

Il governo ha autorizzato nell’ultimo Dpcm, il trasferimento verso le seconde case anche se situate fuori dalla regione di residenza e prese in affitto. Per fare ulteriore chiarezza sulle regole da osservare, il sito di Palazzo Chigi ha aggiornato le Faq –cioè le risposte alle domande più frequenti. Un primo paletto riguarda la data dell’atto di proprietà dell’abitazione o il contratto di locazione sottoscritto: entrambi devono essere antecedenti alla data di entrata in vigore del Decreto, ovvero il 14 gennaio 2021. "Dal 16 gennaio 2021 le disposizioni in vigore consentono di fare rientro alla propria residenza domicilio o abitazione senza prevedere più alcuna limitazione rispetto alle cosiddette seconde case – si legge –. Pertanto proprio perché si tratta di una possibilità limitata al rientro è possibile raggiungere le seconde case anche in un’altra regione o provincia autonoma, anche da o verso le zone arancione o rossa, solo a coloro che possono comprovare di aver effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile anteriormente all’entrata in vigore del decreto legge 14 gennaio 2021".

Il sito governativo mette in guardia i furbetti, sottolineando: "La veridicità delle autocertificazioni sarà oggetto di controlli successivi e la falsità di quanto dichiarato costituisce reato". Via libera alla possibilità di recarsi in una seconda casa ‘di famiglia’, cioè di proprietà di parenti. Ma attenzione: non in loro presenza. Una limitazione inserita per impedire di aggirare le norme camuffando da viaggi alla seconda casa le visite a parenti e amici che vivono in altre Regioni. Palazzo Chigi chiarisce pure che per ‘avente titolo’ si intendono il proprietario o il titolare del contratto di affitto, oppure un’altra persona che dimostri di avere avuto la disponibilità dell’abitazione, ma sempre prima del 14 gennaio 2021.

l.d.n