Mercoledì 24 Aprile 2024

Sbarchi e naufragi Altri 29 morti in mare La nave di Banksy fermata a Lampedusa

Oltre 4mila arrivi in tre giorni, tragedia al largo della Tunisia. Stop all’imbarcazione finanziata dall’artista: "Intralcia i soccorsi"

Migration

di Giulia Prosperetti

Prosegue l’ondata di sbarchi dalla Tunisia che, secondo le stime, potrebbe portare nel giro di pochi mesi alla partenza di circa 900mila persone. Con l’arrivo di quasi mille migranti sulle coste italiane ieri si è raggiunta la cifra record di oltre 4mila arrivi in tre giorni. In 48 ore sono state soccorse, sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana, oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni e si sono registrati svariati sbarchi a Lampedusa, a Roccella Jonica e a Bari. E mentre centinaia di migliaia di subsahariani sono pronti a imbarcarsi dalle coste del Paese nordafricano aumenta il drammatico bilancio dei morti delle traversate in mare.

Sono 29 i cadaveri recuperati dalla Guardia costiera tunisina in seguito ai due nuovi naufragi che hanno segnato la giornata di ieri. La prima delle due imbarcazioni affondate, partita da Jebeniana, (Sfax), ha fatto naufragio nella notte a 36 miglia dalle coste tunisine. Le 21 vittime sono state recuperate anche grazie al contributo di alcuni pescherecci, in due operazioni distinte. La seconda imbarcazione è invece affondata al largo di Mahdia. In questo caso la Guardia costiera ha recuperato i corpi di 8 persone ed è riuscita a salvare 11 migranti di vari Paesi dell’Africa subsahariana.

Intanto, in base all’ultimo decreto del governo sulle Ong, resta bloccata al porto di Lampedusa la nave rosa Louise Michel dell’omonima ong, finanziata dall’artista Banksy. L’ex imbarcazione della marina francese, personalizzata con i graffiti del writer britannico e attrezzata per operazioni salvataggio, è stata sottoposta a fermo amministrativo dalla Capitaneria di porto di Lampedusa dopo che sabato aveva soccorso 4 imbarcazioni – la prima in area Sar libica, le successive tre in area Sar maltese – salvando complessivamente 178 persone. "Ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare. Questo è inaccettabile – protestano gli attivisti della Ong –. Le ultime morti in mare sono volute". "Dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, la nave Louise Michel – fa sapere la Guardia Costiera – contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendosi invece verso altri tre barconi sui quali, peraltro, sotto il coordinamento dell’Imrcc, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana". Disposizioni che – afferma la Guardia Costiera – sarebbero state impartite alla nave per evitare che prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso. Con il suo comportamento, pertanto, la Louise Miche – sottolinea la Guardia Costiera – avrebbe complicato "il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi". Una modifica dei piani che "per motivi di sicurezza e di urgenza" ha portato a far convergere l’arrivo della Ong nel porto di Lampedusa, già sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni. La Procura di Agrigento studierà ora gli incartamenti che verranno trasmessi dalla Guardia costiera di Lampedusa per stabilire se siano o meno configurabili anche fattispecie di reato.

"La mia isola è stata dimenticata. Per Lampedusa serve subito una nave umanitaria che faccia da spola tra l’isola e la terraferma per il trasferimento immediato dei migranti. L’hospot dell’isola non può sopportare tutto questo". È l’appello del sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, dove l’hotspot di contrada Imbriacola è al collasso: nella struttura, nonostante trasferimenti, ieri si contavano quasi 2.400 persone a fronte di 400 posti disponibili.

Sempre ieri sono scesi a Bari dalla Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, i 190 migranti messi in salvo due giorni fa. Secondo quanto riferito dalla prefetta di Bari, Antonella Bellomo, saranno divisi in gruppi e portati in centri di accoglienza a Bari, Brindisi, Lecce e in altre destinazioni fuori regione, in Molise e nelle Marche.