Macron fa gli occhi dolci alla gauche. A meno di due settimane dal cruciale ballottaggio per l’Eliseo contro Marine Le Pen, il presidente uscente prova a sedurre gli elettori della sinistra francese – quelli, per intenderci, che al primo turno hanno votato in massa per Jean-Luc Mélenchon portandolo al 22% – mostrandosi più che mai aperto a una revisione della riforma previdenziale, tra i punti cardine del suo programma invocato dalla destra moderata ma inviso, appunto, alla gauche. Proseguendo la campagna elettorale a tambur battente in Alsazia, il candidato Macron ha tentato di ampliare ulteriormente la sua base elettorale, dicendosi aperto alla possibilità di ridurre l’innalzamento dell’età pensionistica da 62 a 64 anni, invece che da 62 a 65 anni come previsto inizialmente nel suo programma, se quest’ultimo termine dovesse suscitare "troppe tensioni". E non ha escluso la possibilità di un referendum. Concessione inattesa, a tredici giorni dal secondo turno del 24 aprile, che ha suscitato le critiche di Marine Le Pen, favorevole invece al mantenimento dello status quo, vale a dire i 62 anni attualmente in vigore in Francia. Intervistata da France Inter, la leader dell’estrema destra ha denunciato una "manovra tattica" indirizzata agli elettori della gauche. Ma la sua convinzione è che Macron andrà "fino in fondo alla sua ossessione" dei 65 anni. "Non ho nessuna fiducia in Macron, ma davvero nessuna, ancor meno a dieci giorni dal secondo turno", ha sostenuto la candidata anti-Ue. Ieri, la paladina del Rassemblement National che in questi ultimi tempi ha tentato di fare il possibile per far dimenticare i suoi rapporti con Vladimir Putin è tornata a promettere un referendum sulla pena di morte e uno ad hoc per far entrare il cosiddetto principio del "Primato nazionale" in costituzione nonché affermare la prevalenza del diritto francese sul diritto internazionale e i trattati europei. ...
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