Giovedì 25 Aprile 2024

Salvini torna a fare il sovranista E attacca gli azzurri vicini a Draghi

Il leader leghista contro l’Europa: basta con tutti questi richiami dalla Ue, ci governiamo da soli. Polemica con la Gelmini: "Non critichi Berlusconi". La replica: "Taci, ancora non è il tuo partito"

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di Elena G. Polidori

Ci mancava solo l’ingresso a gamba tesa di Matteo Salvini a rendere il clima, dentro Forza Italia, ancora più incandescente. Calato il sipario sulla convention azzurra di Napoli, che ha visto l’ala governista del partito alle corde rispetto a quella filoleghista, ieri un leader della Lega con addosso una rinnovata maglietta antieuropea e sovranista contro i diktat dell’Europa sui nostri conti, ha cercato di difendere Silvio Berlusconi dall’attacco che aveva sferrato la ministra Maria Stella Gelmini in merito alla posizione del partito sulla guerra in Ucraina. Ne è scaturito un battibecco a distanza dai toni durissimi che ha visto scendere accando alla ministra degli Affari Regionali il collega di governo Renato Brunetta ("Bene fa chi chiede chiarezza, sulla posizione Fi non possono esserci dubbi", ha detto), ma non il coordinatore nazionale Antonio Tajani: "Singole posizioni danneggiano la nostra comunità - ha bacchettato - a chi guida la nostra delegazione al governo richiesto supplemento di responsabilità".

Insomma, un caos nel caos ingenerato dalle parole di Berlusconi sull’invio delle armi all’Ucraina, considerate "ambigue" dalla Gelmini. Di qui la ‘difesa’ di Salvini. "Prima di criticare Silvio Berlusconi qualcuno dovrebbe contare fino a cinque; con tutto il rispetto – ha aggiunto il leader del Carroccio – Silvio Berlusconi è Silvio Berlusconi, con tutto quello che ha fatto nella vita. A uno può piacere o meno, ma lascia traccia nella storia del nostro Paese". Non si è fatta attendere la replica della Gelmini, che ha usato toni addirittura più duri di quelli del suo collega di coalizione: "Invito il segretario della Lega a rispettare il dibattito interno ad un partito che – per il momento – non è il suo. Ho posto in Forza Italia un tema di linea politica su una posizione che comprendo bene non sia quella di Salvini ma che riguarda la collocazione europeista ed atlantista di Forza Italia. Un problema che evidentemente esiste visto che per due volte il partito è dovuto intervenire a chiarire, a prescindere da me". Nella baruffa ha messo un punto Tajani richiamando appunto la Gelmini ad un "supplemento di responsabilità e buonsenso", (lei ha risposto piccata: "Responsabile sempre, ma con la schiena dritta") mentre, come accennato, l’altro "governista" Renato Brunetta ha preso le difese della collega di governo: "Sulla posizione di Forza Italia in merito al conflitto russo-ucraino non può esserci alcuna ambiguità. Noi stiamo alle dichiarazioni ufficiali, non ci interessano le interpretazioni interessate", ha detto il ministro per la PA.

Lo scontro con la Gelmini è stato anche occasione, per Salvini, di tornare su un tema a lui caro, quello che lo vede da sempre contro ogni tipo di "ingerenza europea" sulla nostra politica economica. E proprio in vista delle nuove raccomandazioni sui conti che Bruxelles farà pervenire al governo proprio oggi, il leader della Lega ha alzato gli scudi: "Un richiamo all’Italia dall’Ue? Ci governiamo da soli. Io penso e spero che in tempi di pandemia e di guerra l’Ue si occupi di pace e di lavoro, senza dare pagelline o fare richiamini burocratici". "Se la Ue - ha proseguito -ci impone di aumentare la tassa sulla casa si attacca. La casa per gli italiani è sacra. Tassata, supertassata e non c’è bisogno di una nuova imposizione fiscale sulla casa. Se la richiesta della Ue è massacrare i lavoratori, le imprese e i risparmiatori italiani la risposta sarà no", ha concluso.