Mercoledì 24 Aprile 2024

Salone del libro, Salvini sull'esclusione di Altaforte: "Siamo alla censura"

L'editore, Francesco Polacchi: "E' un attacco al ministro per il libro su di lui". Appendino e Chiamparino rivendicano lo stop. Mattarella: "Non dimenticare le conseguenze del disprezzo dei diritti"

Salone del libro, Chiamparino e Appendino con Bonisoli e  Halina Birembaum (Lapresse)

Salone del libro, Chiamparino e Appendino con Bonisoli e Halina Birembaum (Lapresse)

Torino, 9 maggio 2019 - Si è aperta tra le polemiche, la 32esima edizione del Salone del libro di Torino, con l'editore Francesco Polacchi, fondatore della casa editrice Altaforte (vicina a CasaPound) e indagato per apologia del fascismo, che viene escluso all'ultimissimo minuto e lancia la sfida: "La pietra dello scandalo è il libro di Salvini, è un attacco al ministro", offrendo il destro a quest'ultimo per denunciare: "Siamo alla censura, al rogo dei libri".

Dal canto suo la sindaca Chiara Appendino - che insieme a Chiamparino ha denunciato Polacchi e chiesto la rescissione del contratto con il Salone - replica: "Ci siamo presi la responsabilità di fare una scelta di campo". E Halina Birenbaum, la sopravvissuta ad Auschwitz che aveva rifiutato di tenere una lezione agli studenti se fosse rimasto lo stand di Altaforte, ringrazia "per la decisione coraggiosa".

In questo clima arrivano le parole del presidente Sergio Mattarella: "I valori che Primo Levi ha vissuto e trasmesso, specialmente la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda Guerra Mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificate e una rispettosa convivenza sociale", scrive il Capo dello Stato in un messaggio al direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia, ricordando "le numerose iniziative" dedicate dalla kermesse a Primo Levi, di cui quest'anno ricorrono i 100 anni dalla nascita.

La scelta di escludere Altaforte, comunque, è appoggiata anche dal ministro della cultura Alberto Bonisoli, che si dice "assolutamente d'accordo" e sottolinea: "quando si fa politica si tratta anche di scegliere. Sono state dette delle cose gravi, di cui non si può far finta di nulla. E bisogna prendere delle posizioni".

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"Siamo alla censura e al rogo dei libri" SALVINI - Il vicepremier leghista, che alla finora semisconosciuta casa editrice ha concesso un'intervista diventata libro ("Io sono Matteo Salvini", scritto da Chiara Giannini), replica attaccando: "Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee, al rogo dei libri che non ha mai portato fortuna in passato". Durante un comizio a Pesaro, Salvini ha criticato "la minoranza di sinistra che si arroga il diritto di decidere chi può fare musica, chi può fare teatro, chi può pubblicare libri. Alle idee si risponde con altre idee, non con la censura. Alla faccia dei compagni e dei democratici, che decidono chi può andare al Salone del Libro e chi non ha diritto ad andarci". E alza il tiro: "Sono pericolosissimi i processi alle idee. Alle idee si risponde con altre idee... sempre che ci siano delle idee. Se non le hai, urli, fischi e canti 'Bella ciao'...".

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"Una scelta politica ed etica" CHIAMPARINO - Il governatore piemontese Sergio Chiamparino rivendica così la decisione di escludere Altaforte:  "Mi auguro che l'esposto e la decisione di rescindere il contratto aiutino tutto il Paese nell'affrontare il tema della violazione delle norme della Costituzione relative alla ricostituzione del fascismo". E aggiunge: "Ci sono troppi segnali inquietanti che favoriscono germi di totalitarismo anche dal punto di vista culturale. Abbiamo fatto una scelta politica etica schierandoci con la testimone attiva dell'Olocausto rispetto a spesso chi lo nega. Il rischio era che lei tenesse la lezione fuori dal Salone e dentro ci fosse lo stand Casapound. Abbiamo fatto una scelta ispirata a nostri valori di antifascismo e di democrazia". E conclude: "Ce ne siamo assunti la responsabilità e difenderemo questa scelta in tutte le sedi".

E il governatore posta il testo completo della lettera inviata insieme a Chiara Appendino:

"Chiedo il risarcimento danni"

L'AUTRICE - Chiara Giannini, autrice del libro su Salvini, chiede il risarcimento danni al Salone del libro di Torino. "Oggi - ha detto a Sky TG24 Pomeriggio - ho inviato una diffida al Salone del Libro. Ho dato anche mandato ai miei avvocati per intentare una causa civile nei confronti del Salone del Libro, chiedendo opportuno risarcimento danni per danno di immagine nei miei confronti. Il mio libro non potrà essere presentato e stanno accostando la mia immagine al fascismo. Io sono quanto di più lontano esista del fascismo e quindi tutti coloro che accosteranno il mio libro al fascismo saranno querelati". 

"Anch'io avrei fatto lo stesso" SALA - La decisione di escludere Altaforte trova il plauso del sindaco di Milano Giuseppe Sala, che giudica "buono" l'intervento di Appendino e Chiamparino e anzi "senz'altro anche io avrei fatto una richiesta simile - sottolinea - E' uno dei casi in cui apprezzo la politica per quello che ha fatto". Poi attacca: "Non mi pare che l'atteggiamento iniziale del responsabile del Salone (Nicola Lagioia, ndr.) sia stato giusto".